Cutolo, il boss della Camorra in rapporti con la ‘ndrangheta che non si pentì mai: «Meglio morire tra le sbarre»
VIDEO | Passò 58 anni della sua vita in cella fino alla morte nel 2021. Nel '98 parlò anche dei rapporti con la 'ndrangheta: «Conoscevo Paolo De Stefano, ci siamo scambiati qualche arma, qualche cosa così...» (ASCOLTA L'AUDIO)
Raffaele Cutolo non si pentì mai. Il boss della Camorra visse imperterrito 58 anni della sua vita in carcere, fino alla morte, 17 febbraio 2021 a Parma.
«Meglio morire tra le sbarre e i cancelli» - diceva Cutolo. Siamo a Perugia, è il 9 ottobre del 1998. È un’udienza per l’omicidio di Mino Pecorelli, che faceva giornalismo d’inchiesta e fu assassinato a Roma il 20 marzo del 1979. Diversi pentiti – perfino Tommaso Buscetta e Maurizio Abbatino della Banda della Magliana – parlarono della sua morte. Quel giorno però davanti alla Corte c’è Raffaele Cutolo, il capo della Nuova camorra organizzata, che risponde alle domande dell’avvocato Carlo Taormina.
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Cutolo - il cui audio è stato trasmesso nel corso dell'ultima puntata di Mammasantissima - proprio in quell'occasione spiegò come e quando, rifiutò di collaborare con l’autorità giudiziaria. «Vedete avvocato... - dice Cutolo - senza offesa per tanti pm che stanno in Italia... la maggior non vogliono la verità vera, ma vogliono dei juke box al quale ci mettono la monetina dentro per sentire soltanto quello che fa comodo a loro e io non ho voluto mai stare a questo gioco. Penso che è notorio che anche al '94 volevano portarmi in una villa a me e mia moglie... senza che io avevo detto niente e io ho rifiutato. Meglio morire tra le sbarre e i cancelli».
I rapporti con la 'ndrangheta
Quel giorno diede la sua versione, come pure sui rapporti, con il boss della ‘ndrangheta Paolo De Stefano. «L'ho conosciuto in carcere tanti anni fa a Paolo De Stefano e poi ci siamo incontrati nella mia latitanza quando è successo il fatto di Aversa. Mai iniziative insieme, né dentro né fuori dalle carceri… Ci siamo scambiati qualche arma, qualche cosa così», dice Cutolo. Ma la storia giudiziaria in realtà dice altro. Dice che, furono proprio i sicari di Cutolo, ad assassinare in cella, a Poggioreale, un altro boss della ‘ndrangheta tra i più potenti di sempre, Mico Tripodo. E fu molto più che un favore di Cutolo a Paolo De Stefano, fu il prezzo che il capo della Nco pagò per ricevere le regole della ‘ndrangheta. Un delitto, quello di Mico Tripodo, che senza il contributo dei collaboratori di giustizia non sarebbe mai stato punito.
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