Orrore nel Reggino

Inchiesta al cimitero di Cittanova, le intercettazioni: «Stiamo cacciando tre posti, li metto tutti in una cassetta»

VIDEO | Centinaia le salme distrutte o spostate per far posto a nuove sepolture vendute a 3mila euro. Le indagini partite dalla denuncia di un cittadino hanno portato a sedici arresti

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di Redazione
15 settembre 2023
11:13

«Poi dipende dagli imprevisti perché ci sono per esempio dei posti che stiamo cacciando... però li metto tutti in una cassetta! hai capito?». Così parlava uno degli indagati finiti nell'inchiesta che ha portato a scoprire un giro di affari illecito al cimitero di Cittanova.

 alme distrutte o spostate per far posto ad altre sepolture, come emerge dalle intercettazioni diffuse dagli inquirenti: «A proposito, se sei lì al comune vedi che sono venuti i signori ...omissis... per quel defunto che ieri abbiamo portato... che volevano quel posto là dove abbiamo tolto a... dove ho tolto... omissis...». 


Sono oltre 460, secondo i carabinieri, le salme di cui si sono perse le tracce dopo che sono state tolte illegalmente dal cimitero di Cittanova da un'organizzazione che puntava a liberare gli spazi per nuove sepolture. L'inchiesta denominata Aeternum, partita nel dicembre 2018 quando un cittadino di Cittanova si è accorto che all'interno del tumulo di un proprio caro era stata abusivamente inserita una seconda salma ed ha denunciato ai carabinieri. Sedici complessivamente le persone arrestate.

Loculi pagati 3mila euro

Dalle indagini è emerso poi l’interessamento di alcuni appartenenti all’associazione per l’accaparramento delle cappelle una volta appartenenti a tre confraternite religiose, disciolte nel 2007. Con il concorso dell’allora parroco di una chiesa del posto, il quale avrebbe attestato falsamente di essere proprietario delle cappelle gentilizie, in realtà tornate al patrimonio del comune con lo scioglimento degli enti ecclesiastici, gli indagati avevano avviato lavori di ristrutturazione, procedendo alla soppressione di oltre un migliaio di salme, per poter ricavare un diretto guadagno dalla “vendita” dei loculi, pagati anche 3.000 euro dai privati cittadini che, così facendo, aggiravano il regolamento mortuario, accorciando i termini amministrativi e decidendo dove seppellire i propri cari estinti. Il progetto criminale, già concretizzatosi per due delle strutture, sarebbe stato interrotto solo per il tempestivo intervento dei carabinieri, che sorprendevano gli indagati intenti a sgomberare i loculi della terza cappella.

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