Gabbie salariali

Stipendi più alti per gli insegnanti del Nord: la proposta della Lega incassa l’ok del Governo

Approvato un ordine del giorno avanzato dal Carroccio e che prevede retribuzioni diverse, correlate al luogo di lavoro al fine di «garantire un pari potere d’acquisto per tutti». Opposizione sul piede di guerra: «Ennesimo schiaffo al Sud»

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di Redazione
7 dicembre 2023
18:50

Non più stipendi uguali per tutti nel mondo della scuola, ma potere d'acquisto uguale per tutti. E quindi più soldi a chi deve affrontare un costo della vita maggiore. Tradotto, stipendi più alti per gli insegnanti che vivono e lavorano al Nord. È quanto prevede un ordine del giorno proposto dalla Lega e approvato alla Camera, durante la discussione sul salario minimo. 

In particolare, il provvedimento - che ha avuto il parere favorevole del Governo, per tramite del sottosegretario (leghista) Durigon - recita: «Lo stipendio unico nazionale può comportare disuguaglianze sociali su base territoriale, creando discriminazioni di reddito effettivo». Ragion per cui «sarebbe auspicabile per alcuni settori, come ad esempio nel mondo della scuola, un’evoluzione della contrattazione che da una retribuzione uguale per tutti passi a garantire un pari potere d’acquisto per tutti, ipotizzando una base economica e giuridica uguale per tutti, cui aggiungere una quota variabile di reddito temporaneo correlato al luogo di attività». Una reintroduzione delle gabbie salariali insomma, obiettivo della Lega già anni fa: era quello che voleva Bossi, al tempo del governo con Berlusconi, nel 2009; ed è quello che provò ad ottenere anche Salvini dieci anni dopo, incontrando lo sfavore degli allora alleati cinquestelle.


Ora con l'approvazione dell'odg, si è impegnato il Governo ad agire in tale direzione. Gli ordini del giorno hanno atto d'indirizzo, non hanno particolare valore a livello legislativo. Ma questo che di fatto sembra reintrodurre le gabbie salariali ha subito scatenato le polemiche. Sul piede di guerra le opposizioni. «Lega e Meloni rifilano così l’ennesimo schiaffo alla scuola pubblica e al Sud, dopo il ridimensionamento della rete scolastica e le autonomie. Se davvero Giorgia Meloni seguirà la Lega in questa follia, ci troverà dentro e fuori il Parlamento a difesa della dignità dei docenti italiani e dell’unità del sistema scolastico nazionale. La scuola ha bisogno non di stipendi differenziati ma di stipendi più alti per tutti i prof, per portare l’Italia almeno al livello degli altri stati europei», così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione istruzione alla Camera.

 

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