Scuola

Chiude il Liceo classico di Soverato: lacrime e rabbia tra gli studenti che hanno protestato con genitori e docenti

VIDEO | La decisione assunta dai Salesiani che gestiscono l’istituto Sant’Antonio di Padova con 120 anni di storia. Poche iscrizioni e troppi debiti ma la città non si arrende. In campo anche il sindaco Vacca e i sindacati: «La Regione intervenga»

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di Giusy Criscuolo
3 aprile 2024
19:10

Era nell’aria da qualche settimana, ma nessuno voleva o poteva credere che lo storico Liceo classico salesiano Sant’Antonio di Padova, potesse essere a rischio chiusura. I rumors sono rimbalzati tra i cittadini e sui social fino alla data di ieri, martedì 2 aprile, in cui il vice ispettore vicario, don Tom Mihaj e l’economo dell’ispettoria meridionale, don Antonio Carbone, sono arrivati all’Istituto salesiano con tanto di numeri alla mano per giustificare la chiusura di un Liceo che ha fatto la storia del Catanzarese.

Il Liceo classico salesiano verso la chiusura

Durante la riunione informativa, nel salone don Pilla, che ha visto la presenza di oltre 200 partecipanti tra genitori, professori, allievi ed ex allievi è stata annunciata la chiusura dell'istituto, con un provvedimento lanciato dall’Ispettoria salesiana che pesa come un macigno sull’intera comunità. Una bomba deflagrante, che anche se metaforicamente, rischia di fare danni irreparabili su un tessuto sociale già precario da un punto di vista occupazionale. Un’istituzione, quella del liceo classico, che ha formato centinaia e centinaia di professionisti: «Se non si può preservare la salesianità, che si preservi almeno il liceo classico», dice Ulderico Nisticò, ex professore dello stesso liceo e grande storico del posto.


La delusione è tanta, le nuove e le vecchie generazioni si sentono tradite e non accettano questa decisione. Gli studenti in lacrime chiedono di poter continuare nel loro percorso di studi, che vorrebbero garantito fino alla fine di tutto l’iter scolastico e chiedono di poterlo fare con i professori che li hanno seguiti fino a oggi. A emergere dalle parole di studenti e genitori è la sensazione di abbandono: «In questi anni nessuno dall’Ispettoria è sceso a Soverato per portare un gesto di salesianità».

120 anni di storia

Sull’Istituto salesiano si fondano le radici antiche di una cittadina come Soverato. Recidere queste radici significa cancellare 120 anni di storia. Ma a parte il lato umano, è doveroso sottolineare che le iscrizioni sono crollate, la retta non è accessibile a tutte le famiglie e il debito contratto dall’Istituto è destinato a crescere se non si trova una soluzione.

Ma questo non basta per chi ricorda che, da statuto del liceo, alle famiglie meno facoltose è sempre stata concessa un’agevolazione, senza contare le borse di studio per i più meritevoli.

Lo stesso direttore dell’Istituto Salesiano, don Mimmo Madonna, lasciato da solo a gestire una situazione così drammatica e incresciosa, si è trovato ad informare le famiglie, il corpo docenti e gli allievi di quanto stava accadendo. Il sindaco di Soverato, Daniele Vacca, è stato investito da questa “valanga” solo giovedì scorso, da alcuni genitori visibilmente preoccupati per la possibile chiusura dello storico istituto. La giunta comunale si è subito messa in movimento per trovare una soluzione e per evitare che questo provvedimento diventi definitivo.

Già all’opera per bloccare la chiusura dell’Istituto salesiano

Nella mattinata di oggi numerose le manifestazioni sul corso e davanti la sede comunale, dove gli allievi delle classi superiori hanno intonato i canti di Don Bosco e dell’Oratorio salesiano, chiedendo continuità per i loro studi e per preservare la professione dei loro professori.

Il sindaco parla di proposte e non di soluzioni certe, perché «non è giusto illudere i genitori, gli studenti e gli insegnanti». Le ipotesi per evitare la chiusura delle classi primarie, secondarie e superiori dell’Istituto Salesiano sono già sul tavolo, ma come dice Vacca «bisogna effettuare una valutazione approfondita, prima di potersi pronunciare, proprio per non ingannare nessuno». «Tra le proposte - continua il primo cittadino -, stiamo valutando l’ipotesi di creare una Fondazione».

Sfortunatamente, il motivo della poca competitività come esposto durante il dibattito, è legato al fatto che non sia lavorato abbastanza per rendere l’Istituto al passo con i tempi. Non si è investito su nuove tecnologie e sono state bloccate le idee innovative a cui i docenti e gli studenti si stavano dedicando. «Negli ultimi anni è venuto sempre meno il carisma salesiano, un carisma fortissimo e vivo che si è sempre riflesso nei giovanissimi, nei professori e nei genitori. Un aspetto che è venuto a mancare e che non è stato portato avanti da nessuno, non come accadeva in passato», dice uno dei genitori presenti.

A rischio anche posti di lavoro

Questa chiusura, non solo mette a rischio gli studi di centinaia di studenti e il posto di lavoro di numerosi professori, ma potrebbe riverberarsi come un’arma contro la collettività che gravita attorno a questa secolare realtà.

Una bomba sociale che rischia di esplodere in tutta la provincia. La stessa segretaria confederale Cgil Calabria, Caterina Vaiti, dopo l’annuncio della chiusura dell’Istituto salesiano chiede al prefetto che vengano convocati subito sindacati e scuola: «Venga convocato subito un incontro urgente con il gruppo dirigente dell’Istituto Salesiano e le organizzazioni sindacali. Abbiamo già interessato della vicenda la Regione Calabria e auspichiamo che si attivino prima possibile tutti i percorsi per intervenire su una situazione drammatica. Ne va del futuro dei lavoratori, ma anche di quello degli studenti informati a una manciata di mesi dalla fine dell’anno scolastico che da settembre dovranno trovare una nuova scuola, nuovi insegnanti e compagni. Come Cgil non intendiamo stare a guardare e vigileremo affinché si arrivi a una soluzione opportuna e condivisa». Sulla stessa lunghezza d’onda la segretaria regionale Flc Cgil Calabria Carmen Aiello, che all’Ufficio scolastico regionale e alla vice presidente della Giunta con delega all’Istruzione, Giusy Princi, di prendere posizione.

Giornalista
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