La lettera

Capodanno a Crotone, Occhiuto scrive alla mamma di Davide Ferrerio: «La città merita questa opportunità»

Il presidente della Regione risponde a Giuseppina Orlando: «Da padre immagino il suo dolore e il suo stato d’animo: pena esemplare per gli assassini, ma questa provincia ha bisogno di una ribalta nazionale per tirare fuori il meglio di sé»

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di Francesco Rende
5 novembre 2023
14:56

Un padre che risponde a una madre, una lettera per spiegare i motivi che hanno portato la Regione a scegliere Crotone e perché, questa, non debba essere vista come una mancanza di rispetto. Dopo la lettera di Giusy Orlando, la mamma di Davide Ferrerio picchiato e costretto su un letto d’ospedale dopo l’aggressione subita il 12 agosto 2022, che criticava la scelta di svolgere il Capodanno Rai a Crotone ritenendola irrispettosa nei confronti del figlio, il governatore della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha preso carta e penna per spiegare la sua scelta

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«Da padre, e non da uomo politico, ho tentato di immaginare il suo dolore, la sua disperazione, il suo stato d’animo. Comprendo il comprensibile sentimento di rigetto nei confronti di Crotone, sua città natale diventata purtroppo teatro macabro di una tragedia così grande. La scorsa estate - spiega Occhiuto - il paese intero rimase attonito in seguito al vile pestaggio di suo figlio. La condanna fu unanime da parte delle istituzioni calabresi e nazionali, e anche da parte della comunità crotonese, desiderosa di marcare subito la differenza tra le bestie che avevano aggredito Davide e  il resto della cittadinanza pitagorica». 


La lettera prosegue ricordando come «le istituzioni locali si sono costituite parte civile nei processi in corso, e ci aspettiamo una pena dura ed esemplare per questi assassini. Indossando però i panni del politico e nel mio caso anche di governatore della Calabria, devo agire e  decidere avendo come stella polare il bene dell’intera Regione che ho l’onore di guidare. Singole mele marce non possono infettare un’intera città, chi sbaglia va punito in modo netto, ma atti isolati non possono infangare una comunità composta da persone straordinarie».

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Il pensiero va subito a quanto successo durante il naufragio di Cutro, nel quale l’intera comunità rispose tuffandosi in mare per salvare vite umane e mettendo in moto un’imponente macchina dei soccorsi, che accolse chi fin da subito aveva perso tutto in mare, anche i propri cari: «In quei giorni - continua Occhiuto - come in tante altre occasioni, sono stato orgoglioso di governare la Calabria, perché i veri calabresi, la stragrande maggioranza dei nostri conterranei, sono persone che pur nelle difficoltà  riescono sempre a tirare fuori il meglio, a valorizzare le cose belle della nostra terra, il meglio di noi. In fondo questo è anche il compito di chi quotidianamente governa una Regione, lavorare a testa bassa per migliorare l’esistente tentando allo stesso tempo di far emergere il meglio. La Calabria è  una Regione piena di problemi, ma le opportunità sono di più».

Per questo, prosegue il governatore nella sua lettera, ha scelto proprio Crotone come location per il Capodanno Rai: «Il capodanno televisivo della Rai - spiega il presidente - rappresenta una grande occasione per il nostro territorio, e ho scelto Crotone perché tra le cinque province calabresi è quella che più ha bisogno di emanciparsi, di avere una grande ribalta nazionale per farsi conoscere il più possibile, per rilanciarsi, per tirare fuori, appunto, il meglio di sé». 

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Una sfida, dunque, quella di invertire la narrazione di un territorio raccontato spesso per i suoi fatti di cronaca, ma che offre bellezze che meritano di essere valorizzate: «Non pretendo - conclude Occhiuto - con queste poche righe, di convincerla ad ogni costo della bontà della mia decisione, che difendo e che confermo. Volevo solo spiegarle la logica che ha mosso la Regione nel percorso che ci porterà il 31 dicembre 2023 a condividere piazza Pitagora con decine di milioni di italiani  sparsi su tutto il territorio nazionale. La saluto e mando un affettuoso abbraccio al suo Davide». 

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