In aula

Inchiesta Glicine, la Dda di Catanzaro chiede il rinvio a giudizio per Oliverio, Sculco, Adamo, Romeo e altri 122 indagati

L’ex governatore rischia il processo insieme agli ex consiglieri regionali per un presunto «comitato d’affari per la gestione delle elezioni e degli enti pubblici». Tra le parti offese anche la presidenza del Consiglio dei ministri

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di Luana  Costa
2 aprile 2024
14:40
Da sinistra: Oliverio, Sculco, Adamo, Romeo
Da sinistra: Oliverio, Sculco, Adamo, Romeo

Dovranno comparire il prossimo 6 maggio dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro i 126 indagati nell'ambito dell'inchiesta istruita dalla Dda e denominata Glicine. Tra coloro i quali rischiano il processo vi sono l'ex parlamentare Nicola Adamo, l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, l'ex consigliere regionale Sebi Romeo e l'ex consigliere regionale Vincenzo Sculco.

L'inchiesta

A vario titolo accusati di far parte di un presunto comitato d’affari per la gestione delle campagne elettorali di ogni livello – comunali, provinciali, regionali – ma anche per assumere il controllo di enti pubblici. Turbata libertà degli incanti, turbata libertà di scelta del contraente, corruzione, abuso d’ufficio oltre che reati elettorali, sono queste solo alcune delle accuse che la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro muove nei confronti degli indagati.


Il presunto comitato d'affari

Nello specifico, associazione a delinquere al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione è il reato contestato all’ex parlamentare Nicola Adamo, all’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, all’ex consigliere regionale Vincenzo Sculco, all’ex consigliere regionale Sebi Romeo.

Il pacchetto di voti di Enzo Sculco

Tutti sarebbero stati d’accordo nell’elaborare un accordo che avrebbe consentito di convogliare un pacchetto di voti – garantito sul territorio crotonese da Vincenzo Sculco – a sostegno della candidatura di Mario Oliverio nelle competizioni regionali da tenersi tra il 2019 e il 2020 in cambio della candidatura di Flora Sculco, in qualità di consigliere regionale. Anche Sebi Romeo avrebbe assicurato il suo sostegno.

Uomini di fiducia e imprese amiche

L’accordo politico elettorale – secondo la ricostruzione della Procura – si sarebbe poi concretizzata attraverso il posizionamento di uomini di fiducia all’interno di enti «al fine di accrescere il peso specifico elettorale». Incarichi fiduciari, nomine e assunzioni «di matrice esclusivamente clientelare», secondo le accuse, «in enti pubblici nella prospettiva di ottenere il voto» oltre che all’affidamento di appalti a imprese “amiche” capaci di ricambiare il favore assicurando appoggio elettorale.

Comune, Provincia e Aterp: gli enti nel mirino

Innumerevoli gli incarichi contestati e finiti sotto la lente d’ingrandimento della Dda di Catanzaro, in particolare, quelli sollecitati da Vincenzo Sculco all’interno del Comune di Crotone, all’Asp ma anche la «penetrazione» dell’Aterp attraverso la nomina di Ambrogio Mascherpa a direttore generale; anche lui indagato e rischia il processo. 

Devona, interfaccia tra Adamo e Oliverio

Interfaccia tra Adamo e Oliverio sarebbe, per gli inquirenti, Giancarlo Devona esponente del Pd crotonese, il quale si sarebbe proposto per ottenere l’incarico di segretario particolare del Presidente della Regione. Da quella posizione avrebbe garantito il raccordo territoriale dal crotonese, quindi curando gli interessi di Vincenzo Sculco “armonizzandoli” con le decisioni assunte nell’intesa «politico/affaristica».

Il controllo sull'Asp di Crotone

Tra i partecipi alla presunta organizzazione figurano l’ex sindaco di Cirò Marina Nicodemo Parrilla che si sarebbe reso «disponibile con Vincenzo Sculco per farsi eleggere quale presidente della Provincia di Crotone nel 2017» in cambio del «controllo sugli appalti e sulle nomine dell’ente territoriale» e Francesco Masciari, ex direttore amministrativo dell’Asp di Crotone, il quale sarebbe «stato nominato su indicazione di Vincenzo Sculco» e si sarebbe messo a disposizione «per assicurare alle imprese a lui legate l’ottenimento di appalti e nomine».

Tutti gli indagati:

1.            Adamo Nicola

2.            Altavilla Euclide

3.            Aracri Giuseppe

4.            Aracri Salvatore

5.            Arcuri Rosario

6.            Augruso Antonio

7.            Basco Paolo

8.            Bello Giovanni

9.            Benetti Mirko

10.        Benincasa Francesco Mario

11.        Bennardo Francesco Salvatore

12.        Berardi Giuseppe

13.        Bolic Valentino

14.        Brutto Alessandro

15.        Vincenzo Calfa

16.        Carioti Francesco

17.        Carrà Filippo

18.        Carvelli Cesare

19.        Caterina Gaetano

20.        Cavallo Domenico

21.        Colosimo Ferruccio

22.        Corbisieri Antonio

23.        Corrado Andrea

24.        Covelli Alessandro

25.        Covelli Rocco detto "Enrico"

26.        Criaco Bonaventura

27.        Crugliano Pantisano Arturo

28.        Curcio Pietro

29.        Danese Saverio

30.        Dattolo Alfonso

31.        Dattolo Santo Raffaele,

32.        De Marco Francesco

33.        De Pasquale Giuseppe

34.        Del Poggetto Maurizio

35.        Dell'Aquila Giuseppe

36.        Desiderio Salvatore

37.        Devona Giancarlo,

38.        Donato Aldo Roberto,

39.        Fabiano Maurizio

40.        Falzetta Domenico

41.        Frescura Alessandro

42.        Galdieri Valentina

43.        Gentile Sabrina

44.        Germinara Giuseppe

45.        Girardi Siro

46.        Greco Giovanni

47.        Iannone Ernesto

48.        La Rosa Vincenzo

49.        Laratta Artemio,

50.        Laratta Pantaleone

51.        Lucente Maria Luisa,

52.        Lumare Roberto,

53.        Lumare Salvatore,

54.        Maggio Roberto

55.        Maida Massimiliano,

56.        Malerba Stefania

57.        Manna Giovanna

58.        Mannarino Salvatore

59.        Marsico Rodolfo,

60.        Martino Saverio,

61.        Mascherpa Ambrogio

62.        Masciari Francesco,

63.        Mauro Serafino,

64.        Mazzacua Marzia

65.        Mazzei Giovanni,

66.        Mazzei Salvatore

67.        Mazzotta Salvatore,

68.        Megna Domenico,

69.        Megna Mario,

70.        Megna Rosa

71.        Monti Francesco

72.        Morabito Paolo,

73.        Moscogiuri Enrico,

74.        Mungari Vincenzo,

75.        Nisticò Luigi,

76.        Oliverio Gerardo Mario

77.        Oliverio Megna Sandro,

78.        Ouhaid Rachid,

79.        Pace Domenico,

80.        Pace Santa,

81.        Pacenza Giacomo,

82.        Pagliuso Antonio,

83.        Pallaria Domenico

84.        Panebianco Salvatore,

85.        Pantisano Giuseppe,

86.        Paolucci Massimo,

87.        Parrilla Nicodemo,

88.        Pedace Pantalone Telemaco

89.        Prospero Mauro

90.        Pucci Giuseppe

91.        Rachieli Salvatore,

92.        Redente Giuseppe

93.        Reillo Orsola Renata Maria,

94.        Ritorto Bruzzese Dario

95.        Rizzo Antonietta

96.        Romeo Sebastiano

97.        Ruggiero Franco,

98.        Russo Gaetano,

99.        Santilli Nicola,

100.    Sapia Luigi,

101.    Scaramuzzino Orlando,

102.    Scerra Nicodemo

103.    Scigliano Giuseppe

104.    Sculco Flora,

105.    Sculco Maria Carmela,

106.    Sculco Vincenzo,

107.    Siciliani Roberto,

108.    Sperlì Teresa

109.    Stasi Antonella

110.    Stricagnoli Carmine,

111.    Strini Stefano

112.    Talarico Piero,

113.    Taverna Vanessa

114.    Torromino Santino

115.    Tremoliti Giuseppe,

116.    Tropiano Cono

117.    Turino Gianfranco,

118.    Vecchio Gustavo,

119.    Vella Nunzio,

120.    Vella Salvatore,

121.    Vescio Alessandro,

122.    Villirillo Giuseppe,

123.    Vrenna Giovanni

124.    Vrenna Pietro

125.    Vrenna Raffaele

126.    Zicchinello Tommaso

 

Tra gli enti pubblici individuati quali parti offese vi sono la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell'Interno, il ministero dell'Ambiente, la Regione Calabria, la Provincia di Crotone, il Comune di Crotone.

Giornalista
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