L’analisi

La faglia che spacca il Pd calabrese va da Cosenza a Reggio: ecco cosa si muove dietro il duello tra Caruso e Falcomatà per la Regione

Duplice manifestazione contro l'Autonomia differenziata con assenze reciproche. Da una parte emerge l'asse cosentino con i socialisti, dall'altra si spinge per il sindaco della città dello Stretto. Tutti i protagonisti (e le comparse) in campo

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di Salvatore Bruno
24 febbraio 2024
09:30
Nel riquadro a sinistra Franza Caruso, in quello a destra Giuseppe Falcomatà
Nel riquadro a sinistra Franza Caruso, in quello a destra Giuseppe Falcomatà

Non è casuale se il Partito Democratico abbia promosso due manifestazioni contro l'Autonomia differenziata a Cosenza a distanza di pochi giorni l'una dall'altra, peraltro organizzate nella stessa piazza, l'una al Teatro Rendano, l'altra nel dirimpettaio Palazzo della Provincia, suscitando la sensazione che la seconda fosse una sorta di risposta alla prima e che comunque, anche su un tema che accomuna non solo il centrosinistra ma, trasversalmente, anche molti sindaci della Calabria, il Pd riesca ugualmente a manifestare con clamorosa evidenza, dei distinguo al limite della crepa. Alimentando agli osservatori più di un interrogativo.

Solo uno sgarbo istituzionale? 

Ad esempio, se sta ancora in piedi il progetto politico del sindaco Franz Caruso, di Luigi Incarnato e di Nicola Adamo di fare dell'esperienza amministrativa di Cosenza e degli uomini che la promuovono, un modello del centrosinistra da esportare alle prossime elezioni regionali, vista l'apparente presa di distanza del capogruppo in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua e di altri rappresentanti di Palazzo Campanella, protagonisti invece della seconda manifestazione dove Franz Caruso era assente o addirittura, come paventato dal sindaco di Acri Pino Capalbo, non invitato. Si è trattato solo uno sgarbo istituzionale o invece il mancato coinvolgimento di Caruso prefigura una scelta dell'intero gruppo dirigente calabrese di puntare, per il futuro, come figura trainante del Pd e possibilmente del centrosinistra, su Giuseppe Falcomatà, attorno al quale l'iniziativa con Chiara Braga era stata costruita, ma costretto all’ultimo momento a rinunciare per un contestuale impegno istituzionale all’Anci? E' finito il sodalizio tra il Pd cosentino e calabrese con Caruso ed il Partito Socialista? Insomma, è finita la luna di miele tra il segretario regionale Nicola Irto e Nicola Adamo che da tempo ormai, attraverso la sapiente mediazione di Demetrio Battaglia, vantano un controllo ferreo del Pd calabrese e cosentino?


I riflessi della politica sulle istituzioni

Non si tratta di semplici supposizioni, alla luce della cronistoria recente della gestione interna del partito con episodi che poi si riflettono immancabilmente sulle vicende istituzionali ed amministrative delle città di Reggio e Cosenza. Non sfugge, come le fibrillazioni da cui sembra derivare la fine dell'Union sacrée del gruppo dirigente calabrese e cosentino per il controllo del partito, attestato all'unanimità sulla mozione Bonaccini, nascano all’indomani della vittoria al congresso di Elly Schlein. Subito dopo il congresso infatti, ad iniziare da Irto, vi è stata una rincorsa per accreditarsi ed entrare nelle grazie della neoeletta segretaria nazionale e del suo gruppo di riferimento, Francesco Boccia in particolare. Tentativo difficile che ha prodotto ad Irto una serie di rotture, se non una vera e propria messa all’indice, da parte del suo ex gruppo nazionale di riferimento a partire dallo stesso Bonaccini a finire all'ex Ministro Lorenzo Guerini, della cui area da sempre Irto è stato esponente di spicco calabrese.

Le dimissioni farsa del segretario

Il primo segnale di scollamento e di rottura però, avviene nella federazione più grande per iscritti e dimensioni: Cosenza. Infatti salta l'accordo che aveva portato all'elezione del Segretario di federazione Vittorio Pecoraro. A farlo saltare sono i consiglieri regionali insieme alla rappresentante della mozione Schlein, e membro della Direzione Nazionale, Maria Locanto. Dopo che Il segretario Pecoraro, in forte difficoltà politica, con una pantomima si era autosospeso dalle sue funzioni, mettendo così a rischio la stessa partecipazione del Pd alle elezioni provinciali, parte una raccolta di firme per il suo defenestramento che solo Roma riesce a rinviare e bloccare. Sempre a Cosenza il sindaco Caruso d'imperio rimuove la sua vice Maria Pia Funaro, capo delegazione in giunta del Pd, ed apre nei fatti una crisi amministrativa che a tutt'oggi si protrae senza soluzione.

La spaccatura a Palazzo dei Bruzi

A seguito di queste fibrillazioni politiche ed amministrative si è anche determinata la formazione di un nuovo gruppo consiliare, composto da tre iscritti al Pd,  in rottura con il gruppo ufficiale del partito ed in polemica con il Circolo cittadino nel quale, secondo i tre dissidenti, sussiste una mancanza di democrazia interna e le questioni sono gestite da un sodalizio di comando che detiene e controlla il partito a Cosenza senza averne titoli ufficiali.

La crisi a Reggio Calabria

A Reggio Calabria la situazione non è migliore. Le fibrillazioni e le rotture si evidenziano in particolare dopo il reintegro nelle sue funzioni del sindaco del Pd Giuseppe Falcomatà, costretto ad una lunga assenza amministrativa determinata dalla sospensione patita per effetto dell’applicazione della Legge Severino. Il  ritorno in sella di Falcomatà getta nel panico il duo Nicola Irto - Demetrio Battaglia, fino ad allora incontrastati dominatori del Pd reggino. Al punto che il sindaco Falcomatà, alla sua proposta di rilancio dell'esperienza amministrativa da concretizzare attraverso un rimpasto di giunta, trova sulla propria strada la netta opposizione del segretario regionale Irto il quale, con l’aiuto di Incarnato, segretario regionale del PSI, e pure del segretario nazionale Enzo Maraio, tenta in ogni modo di bloccarne la formazione mettendo a rischio la stessa tenuta amministrativa della città di Reggio.

Partita per la leadership

L’operazione non va in porto grazie anche ad autorevoli interventi di dirigenti del Pd reggino, si vocifera di Luigi Meduri, e nazionali, forse Nico Stumpo, che tra Reggio e Roma bloccano l’operazione e permettono il varo della nuova giunta. Alla luce di questi accadimenti è quindi lecito pensare che nel Pd calabrese vi sia in atto una partita per la leadership regionale e, più complessivamente del centrosinistra, non più esclusivo appannaggio dell’asse Irto-Adamo con l’appoggio esterno del duo socialista Caruso-Incarnato, ma che deve fare i conti con una nuova aggregazione interna pronta a prendere le redini del partito. E l’iniziativa a Cosenza di giovedì scorso 22 febbraio, sta lì a testimoniarlo.

Giornalista
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