L’intervista

Ora Orrico guida il M5s in Calabria: «Tornare a fare ciò che sappiamo fare, incontrare la gente». Su Occhiuto: «Poca sostanza»

La deputata cosentina è stata indicata da Conte come punto di riferimento regionale del Movimento. Dalla volontà di ricostruire il rapporto con i cittadini alle frecciate alla Regione sul disastro di Scala Coeli e sulla sanità (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Antonio Clausi
3 luglio 2023
18:48
Anna Laura Orrico
Anna Laura Orrico

Anna Laura Orrico è stata nominata questa mattina coordinatrice regionale del Movimento 5 Stelle. La deputata cosentina aveva, proprio dal nostro network, manifestato la disponibilità a ricoprire tale incarico in tempi non sospetti. Per l’esattezza era metà gennaio e Conte iniziava a valutare il da farsi. Oggi, a distanza di mesi, lo sbocco di una vicenda che gli attivisti ritenevano andasse troppo per lunghe. Nel pomeriggio sono arrivate anche le congratulazioni di Vittoria Baldino con cui era entrata in “ballottaggio” per la leadership del partito in Calabria e che ha definito la nomina «meritata».

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Nell’intervista concessa a LaC News24, Orrico tocca tanti temi e non nega che ci sia molto da fare per strutturare il Movimento dal Pollino allo Stretto. Non mancano le frecciate alla Regione sulla questione Scala Coeli («portata da noi all’attenzione di Bruxelles») e ad Azione («che fa una politica dei due forni»). Non un passo indietro, invece, sul giudizio espresso sul Comune di Rende da poco sciolto dal ministro Piantedosi.


Anna Laura Orrico, perché Conte ha impiegato così tanto a decidersi? Lei la disponibilità l’aveva data subito.
«Quando, nel dicembre del 2022, Massimo Misiti ha rassegnato le dimissioni siamo rimasti spiazzati un po’ tutti. C’era un vuoto da colmare rispetto ad un assetto organizzativo che si stava già costruendo per rinforzare il Movimento in Calabria e nel resto del Paese. Bisognava riorganizzarsi e lo stesso presidente Giuseppe Conte è venuto in Calabria per ascoltare direttamente la voce degli attivisti e dei simpatizzati. Ora, però, quello che conta è ridare slancio al Movimento dalla base attraverso l’attivazione di gruppi territoriali.

Laura Ferrara si è tirata indietro strada facendo, lei è stata a lungo in ballottaggio con Vittoria Baldino, l’altra deputata eletta in Calabria. Qualche frizione inevitabilmente c’è stata, tutto superato?
«In ogni movimento politico c’è un dibattito interno e quando i punti di vista non coincidono ci possono essere dei confronti anche accesi. Quello che, però, non deve mancare mai è il rispetto. Mi è dispiaciuto che Laura Ferrara abbia ritirato la sua candidatura, cosa che le ho detto di persona. Confrontarsi con lei sarebbe stata una sfida costruttiva perché ha sempre lavorato per il Movimento e la sua terra».

In Calabria il partito non ha mai avuto una vera struttura, tanto che quando si tratta di competere per le amministrative il M5S arranca. È questa la sfida che le viene chiesto di vincere?
«Bisogna ripartire dai territori, non c’è altra strada per radicarsi. Che poi, significa anche tornare a fare quello che il M5S ha fatto con grande passione: incontrare le persone nei gazebo, nelle piazze, interessarsi ai problemi dei cittadini comuni. I nostri attivisti, in questo, sono delle antenne eccezionali e ci aiuteranno».

L’impegno parlamentare assorbe tanto tempo ed è anche membro della Commissione vigilanza della Rai. Come imposterà la gestione del Movimento in Calabria?
«Gli impegni, è vero, sono diversi. Però, quello che conta, è la voglia di lavorare per costruire. Ecco, costruire è un verbo che mi piace, gestire decisamente meno. E l’unico modo per costruire qualcosa di interessante è quello di ascoltare, coinvolgere, distribuire le responsabilità. Ogni squadra che si rispetti dovrebbe marciare coesa. Ci proveremo».

Contate pochi amministratori: un assessore a Cosenza, un consigliere a Catanzaro e due in Regione. È una base esigua da cui ripartire?
«A dire il vero ci sono anche diversi consiglieri in piccoli e medi centri della nostra regione. Ma, al di là dei numeri, questi portavoce sono il nostro punto di partenza. Sono l’eredità “istituzionale” che ci aiuterà a lavorare più efficacemente sui territori».

Stamattina il segretario della Fiom Cgil Calabrone ha detto che senza Reddito di cittadinanza in Calabria si rischia il dramma ed ha rilanciato il tema del salario minimo. Sull’argomento, almeno a livello nazionale, sembrano esserci anche Azione e Italia Viva. Inizia a configurarsi un campo larghissimo?
«Ci fa piacere che anche quei segmenti di minoranza che in Parlamento  avevano mostrato una certa freddezza rispetto ad argomenti che invece noi abbiamo sempre considerato centrali – come il RdC oppure la questione del Salario minimo – inizino a rifletterci su. Il Paese ha necessità di un argine più compatto possibile di fronte questo governo di destra-destra che sta provando a farci tornare indietro di decenni in termini di diritti sociali e civili innanzitutto».

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Il percorso naturale dei due partiti porterà ad una nuova alleanza giallo-rossa. Voi del Movimento accettereste mai di aprire anche a Calenda dopo gli insulti reciproci degli ultimi anni?
«Io credo che stia correndo un po’ troppo. Le alleanze si costruiscono sulla condivisione dei programmi, dei valori, se determinate condizioni, anche di reciproco rispetto, lo consentono».

Azione in Calabria sostiene fermamente Roberto Occhiuto…
«
A Roma all’opposizione della destra ed in Calabria al governo. È una loro scelta, una volta si chiamava politica dei due forni. Ma non sono abituata a guardare in casa d’altri. Non mi interessa».

Di recente avete fatto le barricate a Roma contro la cosiddetta norma salva-Gentile. Che sentore avete?
«
Noi abbiamo lottato, e continueremo a farlo, per difendere il diritto di voto dei calabresi che è stato pesantemente messo a repentaglio dalla volontà di questa maggioranza di sovvertire l’esito delle scorse politiche modificando il criterio di assegnazione dei voti. Ora in Giunta delle elezioni si aprirà una nuova fase, ci batteremo preferenza su preferenza».

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A proposito di temi regionali, invece, quello di più stretta attualità riguarda Scala Coeli. Se ne sta parlando troppo poco e minimizzando, non crede?
«
Il Movimento ha portato la questione all’attenzione della Commissione europea grazie a Laura Ferrara e l’ha portata nelle aule del Parlamento grazie ad una interrogazione a prima firma di Vittoria Baldino. Oltre le prese di posizione pubbliche che abbiamo fatto tutti noi deputati. Anche le associazioni ambientaliste si sono spese. Chi mi sembra abbia mantenuto una posizione timida e ondivaga è l’ente regionale».

Nel perenne scontro politico tra la Cittadella e il Comune di Cosenza l’oggetto del contendere è tornato ad essere il nuovo hub regionale. Orrico preferirebbe Vaglio Lise o Arcavacata?
«
Credo che più di dove sorgerà l’hub regionale sia lecito chiedersi quando ne vedremo la luce. Mi sembra che fosse stata presa una decisione e che invece la si voglia mettere in discussione per qualche calcolo elettorale. I cittadini, però, ritengo siano poco interessati alle diatribe per gli addetti ai lavori e avvertono, invece, sulla loro pelle, il dramma di una sanità non all’altezza delle loro legittime aspettative. Dove mancano medici e mezzi e le persone muoiono nei pronto soccorso, nelle ambulanze, disperati, reparti che chiudono. Il presidente Occhiuto aveva detto che avrebbe portato la sanità calabrese fuori dal commissariamento in sei mesi mentre ora ne chiede una proroga. Vedo molti annunci e poca sostanza. Mentre servono risposte visto che le risorse ci sono, e le risposte devono arrivare adesso».

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Sullo scioglimento del comune di Rende lei è stata durissima. Fin dall’inizio ha preso una posizione netta, tanto da suscitare anche rimostranze da parte di Petrusewicz e della giunta Manna.
«
Invece, credo, semplicemente, di aver posto delle questioni di opportunità istituzionale rispetto alle vicissitudini giudiziarie dell’amministrazione che guidava una città, Rende, che mai era stata sciolta per mafia e che adesso deve guardarsi allo specchio e fare i conti con una ferita grave. Sarebbe bastato fare un passo indietro per evitarlo. Mi sembra che qualcuno la chiamasse “questione morale”».

Per chiudere ci dica la verità. Scaduto il secondo mandato alla Camera, le piacerebbe candidarsi a sindaco della città unica Cosenza-Rende-Castrolibero? I tempi più o meno coincidono…
«
La verità, con il cuore in mano: sono troppo impegnata ad assolvere con tutta la dedizione che posso al mio mandato di deputata, ed ora anche a quello di coordinatrice regionale, per poter pensare ad altro. E poi, nella politica, come nella vita d’altronde, sono gli altri a doverti scegliere per alcune posizioni».

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