Elezioni

La maggioranza prova a cambiare le regole del voto. Conte (M5s) attacca: «Si vuole sovvertire la democrazia»

I grillini già nei giorni scorsi avevano denunciato il tentativo, portato avanti dal centrodestra con un emendamento, di modificare le regole del conteggio delle schede. Tutto ciò favorirebbe il ritorno in Parlamento dell'azzurro Andrea Gentile, ai danni della pentastellata Orrico (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Massimo Clausi
29 marzo 2023
13:54

Non ha intenzione di mollare di un centimetro il M5s nella battaglia contro il tentativo della maggioranza di cambiare le regole del gioco elettorale. Come si ricorderà già nei giorni scorsi attraverso una serie di comunicati, i grillini hanno denunciato questo tentativo portato avanti con un emendamento dalla maggioranza in sede di giunta per le elezioni. Oggi alle 12 hanno voluto ribadire il concetto nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche il presidente del Movimento Giuseppe Conte.

«Non è una battaglia estemporanea - spiega il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri - perché il M5s ha sempre portato avanti numerose battaglie in sede di giunta per le elezioni a tutela della democrazia e degli elettori. Su questo non intendiamo assolutamente abbassare la guardia».


A spiegare gli aspetti tecnici della vicenda sono state la capogruppo in giunta delle elezioni Stefania Ascari e la vicepresidente della giunta delle elezioni Carmela Auriemma. Le due deputate hanno ricordato che a pagina 133 del manuale diffuso dal Ministero degli Interni vengono fissate le cause di nullità del voto. Fra queste c’è anche la fattispecie che il centrodestra vorrebbe abolire ovvero che è nulla la scheda dove l’elettore abbia tracciato un segno di voto su più liste, anche se fra loro collegate. Questa regola è stata utilizzata da presidenti di seggio e scrutatori per il calcolo dei voti. Fra l’altro è una regola chiara, che non ha bisogno di interpretazioni e che è in vigore praticamente da quando in Italia si utilizza il “Rosatellum”.

Oggi la maggioranza vorrebbe cambiarla e ha presentato un emendamento che rende validi quei voti sulla base del principio del favor voti ovvero il segno su più liste si presenta come una volontà rafforzata dell’elettore. Il non detto è che tutta questa manovra punterebbe a favorire il ritorno in Parlamento di Andrea Gentile, Forza Italia, che ha perso il collegio uninominale di Cosenza per poco più di 400 voti ai danni della grillina Anna Laura Orrico. Il ricalcolo dei voti con questi nuovi criteri permetterebbe un clamoroso ritorno. A quel punto la Orrico risulterebbe comunque eletta ma nel proporzionale e a perdere il seggio sarebbe la grillina Elisa Scutellà. Ma non finisce qui perché il cambio delle regole in corsa potrebbe avere effetti imponderabili come li definisce Conte su tutta la composizione dell’aula. Modificare il risultato dei collegi uninominali avrà certamente effetti a catena anche sul proporzionale e quindi sull’attuale composizione del Parlamento che è operativo già da sei mesi.

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La vice capogruppo dei grillini, Vittoria Baldino, solleva proprio questo punto sostenendo che forse gli stessi firmatari dell’emendamento in giunta per le elezioni al testo base sui criteri generali per la validità e nullità dei voti per le elezioni politiche non si sono resi conto di questo aspetto. I grillini invece sì e lo definiscono un qualcosa di pericoloso perchè cambiare ex post le regole viola i principi di legalità e democrazia, perché mettere segni di voto su più liste può essere un modo per controllare il voto e perchè si tradiscono quegli elettori che hanno votato seguendo scrupolosamente le regole dettate dal Ministero.

Conte va giù duro. Prima illustra sia un fac simile di scheda sia il manuale del Ministro per spiegare bene il punto, poi attacca: «Non mi interessa che dietro questa vicenda ci sia il rampollo di una nota dinastia politica calabrese che ha espresso sindaci, consiglieri regionali, assessori regionali, senatori e sottosegretari. Si tratta piuttosto di una questione di democrazia. Ho detto in tempi non sospetti, ma non da solo lo dicono da tempo anche analisti ed esperti vari, che la nostra, come tutte le democrazie mature sta vivendo un periodo di crisi. L’astensionismo crescente è sintomo di questa patologia. Non affrettiamo con queste cose  il definitivo collasso del sistema. Questa non è una battaglia fra maggioranza e opposizione, non è una battaglia del M5s ma di tutti i cittadini che hanno a cuore la democrazia e il rispetto delle regole».

I grillini promettono di tenere alta la guardia sulla vicenda e andranno avanti fin quando la maggioranza non ritirerà il provvedimento, Andrea Gentile aspetta l’esito del ricorso che ha presentato mentre la giunta per elezioni dovrebbe riunirsi domani. Vedremo cosa accadrà.

Giornalista
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