Occhiuto disegna la nuova Fi: «Sui diritti civili dobbiamo avere il coraggio di dire ciò che Salvini non può dire»
La conferenza dei delegati azzurri a Lamezia Terme segna la ripartenza di Forza Italia. Il vice di Tajani marca la distanza con Lega e Fdi. E sull’autonomia differenziata punta a «riaprire il discorso alla Camera». Cannizzaro: «Occhiuto leader che rassicura tutto il Sud»
La conferenza dei delegati calabresi di Forza Italia al congresso nazionale, a Lamezia Terme, ha espresso il proprio plauso per la nomina di Roberto Occhiuto eletto vice presidente nazionale del partito. Sullo sfondo della riunione ci sono le elezioni europee, rispetto alle quali il parlamentare Francesco Cannizzaro promette nomi calabresi ma è chiaro che sulle candidature è ancora tutto in gioco.
Di attualità anche il ritiro della candidatura di Maria Limardo a Vibo Valentia che lo stesso Cannizzaro ringrazia per il lavoro svolto «non è un passo indietro, ha lavorato benissimo e sicuramente ci sarà ancora spazio per lei». Quindi tocca al nuovo ruolo di Roberto Occhiuto, a cui il popolo di Forza Italia calabrese ha riconosciuto forza e autorevolezza per assumere il ruolo di vicepresidente nazionale degli azzurri.
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Lo stesso Cannizzaro lo ha definito uno «straordinario riconoscimento, Occhiuto è il leader di Forza Italia che rassicura tutto il Sud».
Dal 1970, epoca della segreteria nazionale socialista di Giacomo Mancini, un altro cosentino a distanza di tanti anni, assurge quindi alla guida di un partito nazionale. Da qui a qualche settimana, con annunciate nuove adesioni sarà costituto il coordinamento regionale di Fi.
«Sono orgoglioso di questa carica - ha detto Occhiuto - e certamente avere un governo regionale che sa muoversi nelle scelte ha contato. Abbiamo colmato un deficit di rappresentanza calabrese che negli anni passati ha pesato molto».
Il peso dei delegati nazionali calabresi di Fi si è sentito, anche se Occhiuto stesso riconosce a Tajani il merito di aver mantenuto il partito unito. «Avevano scommesso con il dopo Berlusconi la fine di Fi. Noi abbiamo dato invece un grande esempio di maturità, che è partito soprattutto dal Mezzogiorno, all'interno del partito nazionale. Noi dovremo essere - questo il nuovo corso ipotizzato - il partito riformista che ora manca nel centrodestra. Noi dobbiamo poter dire le parole che la Lega e Fratelli d'Italia non possono dire. Dobbiamo attrarre i moderati, anche quelli che non vogliono più votare Pd. Io tante volte ho parlato di diritti civili, del tema dell'immigrazione e mi riferisco per esempio a Cutro e ad altri comuni che da anni accolgono migranti. Noi dobbiamo dire all'interno del centrodestra che se in mare affonda una nave i migranti vanno salvati. Noi dobbiamo avere il coraggio di dire queste cose a Salvini».
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Insomma, Occhiuto disegna un partito moderato, più spostato al centro rispetto agli alleati del Governo. Un partito che certamente guarda ad un futuro diverso anche a partire dai temi ambientali. «E poi io vorrei che si aprisse un discorso sul tema dell'autonomia differenziata - dice Occhiuto lasciando intendere che la questione va ridimensionata alla Camera -. Il testo passato al Senato ci dà delle garanzie però io non capisco perché noi dovremmo dare una bandiera alla Lega prima delle Europee. Sta diventando un tema ideologico e rispetto a questo il nostro partito alla Camera deve dare un contributo diverso».