Congresso dei veleni

Pd, Oliverio bacchetta Cuperlo: «A Roma si dice che lasci correre, ti stimo ma non ci sto»

L’ex governatore scrive una lettera aperta molto intensa rimarcando la sua (e non solo) esclusione dagli elenchi degli iscritti al partito e rimproverando la mancanza di una reazione adeguata a livello nazionale (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
10 febbraio 2023
17:01

«Caro Gianni, nel riconfermarti la mia sincera e profonda stima sento il dovere di comunicarti il mio profondo disagio per quanto si sta verificando in Calabria».

Lo scrive l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio in una lettera inviata al candidato alla segreteria nazionale del Pd Gianni Cuperlo che afferma: «Siamo in presenza di una gestione del congresso arrogante, spregiudicata ed irresponsabile: il tesseramento gonfiato nel giro di 24 ore; le commissioni per il congresso composte senza il necessario coinvolgimento di tutte le mozioni; senza garantire trasparenza e rispetto delle regole».


«Un congresso per fare una conta e non, come sarebbe stato necessario, una occasione di ripartenza per la ricostruzione di un moderno ed inclusivo partito della sinistra. La vicenda della tessera a me e ad altri compagni di cui sei a conoscenza, ha assunto caratteri a dir poco kafkiani e si proietta all’esterno in una rappresentazione grottesca in cui, francamente, non ho alcuna voglia di essere coinvolto. L’obiettivo di indebolire la nostra mozione è evidente e viene perseguito con spudorata arroganza anche a costo di rendere poco credibile il processo costituente e vano ogni sforzo di ricostruzione», si legge ancora nella lettera.  

«Devo aggiungere che esponenti di primo piano del gruppo dirigente locale non perdono occasione per alimentare notizie secondo cui a Roma la nostra mozione avrebbe assunto la posizione di “lasciar fare” sulle vicende congressuali calabresi, avallando di fatto le scelte che, con furbizia pilatesca, portano a non decidere e quindi ad impedire la partecipazione di alcuni di noi al congresso costituente. A prova di ciò evidenziano il fatto che a livello nazionale non vi sarebbe stata alcuna presa di posizione pubblica su quanto qui si sta verificando», prosegue Oliverio.

«Ciò chiaramente alimenta confusione ed un clima di scoraggiamento – prosegue l’ex presidente delle Regione -. Proprio ieri Marco Palopoli un giovane professionista, di Corigliano Rossano, presidente di una vivace associazione, con un buon seguito, ha pubblicamente preso le distanze. Dopo essersi iscritto, era regolarmente registrato all’anagrafe fino al 30 gennaio. Il giorno 31 veniva cancellato! Per non dire di Pino Belcastro già Sindaco di San Giovanni in Fiore addirittura invitato a novembre dal segretario provinciale di Cosenza ad iscriversi per partecipare al congresso cittadino svoltosi il 17 dicembre 2022, anche lui è risultato cancellato dall’anagrafe il 31 gennaio scorso».

«Cancellati dopo aver espresso sostegno alla nostra mozione! Ed ancora Ciccio Sulla già assessore e consigliere regionale a cui viene negata la tessera assieme al giovane Domenico Voce, componente della commissione provinciale per il congresso di Crotone in rappresentanza della nostra mozione».

«Come sai, avevo deciso di partecipare a questa fase costituente dal momento che hai annunciato la tua candidatura. Ricorderai che all’inizio intendevo contribuire a darti una mano, senza iscrizione al Pd, semplicemente condividendo il tuo progetto politico. Tu mi hai incoraggiato ad aderire pienamente alla costituente ed io l’ho fatto per dare un contributo, coinvolgendo tanti altri che si erano allontanati in questi anni. Ti ringrazio tanto per la stima e la fiducia che ti assicuro sono ricambiate da parte mia», si legge ancora nella lettera.

«Ritengo anche opportuno informarti che, anche a seguito del commissariamento, io non ho la tessera del Pd dal 2019, anche se da Presidente della Regione credo di essere stato uno dei tre consiglieri regionali su 13 eletti nelle liste Pd, ad aver adempiuto al mio dovere di versare il contributo mensile al partito fino all’ultimo giorno del mio mandato, ovvero fino al 14 febbraio 2020, data di insediamento del mio successore alla guida della Regione – afferma Oliverio -. Di fronte a questo quadro desolante non è mia intenzione ricorrere per via burocratica per ottenere la tessera pur essendoci tutte le ragioni e gli elementi. Ricorrere a cosa poi, visto che non vi è alcun atto formale assunto? Siamo infatti in presenza di un indecoroso palleggio di responsabilità tale da evocare il girone dantesco degli ignavi. I problemi politici quando si presentano devono essere affrontati facendo ricorso alla politica senza nascondersi dietro formalismi, che, a maggior ragione in un congresso costituente, che vede la partecipazione di soggetti diversi dal Pd, non hanno alcuna ragion d’essere».

«Storie limpide, vissute con onestà e coerenza, in prima linea nell’impegno della sinistra calabrese, non è accettabile che vengano mortificate da un gruppo dirigente chiuso, preoccupato solo di auto conservare posizioni di potere con prepotenza ed atteggiamenti ad escludendum. Bisogna purtroppo prendere atto che i cinici propositi di quanti guardavano con preoccupazione ad una mia diretta partecipazione al congresso si sono realizzati. Come puoi ben immaginare questa condizione induce demotivazione e scoraggiamento in tanti che ci avevano creduto. Nell’augurarti buon lavoro, voglio comunque rassicurarti circa il mio sostegno alla mozione da “esterno”, mio malgrado», conclude Mario Oliverio.

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