Sanità Calabria

L’ospedale di Lamezia perde (altri) pezzi: la nuova rete ospedaliera mette a rischio sette reparti. Declassata anche Pediatria

Fibrillazioni nelle corsie del Giovanni Paolo II: lo spoke, già ridotto ai minimi termini, potrebbe impoverirsi ancora. Parte la chiamata alle armi: programmato un incontro per mercoledì

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di Alessia Truzzolillo
18 marzo 2024
15:10

La riorganizzazione della Rete ospedaliera sta creando, nelle ultime ore, grande fibrillazione all’interno di parecchi reparti dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, uno spoke già parecchio depauperato che rischi di impoverirsi ancora di più nonostante serva un comprensorio di oltre 150mila abitanti.

A “rischio” di venire quantomeno declassati ci sono le seguenti branche: Oculistica, Otorino, Centro trasfusionale, Laboratorio analisi, Anatomia patologica, Neonatologia (che da struttura complessa rischia di passare a struttura semplice). E c’è poi il caso che sta facendo discutere maggiormente: Pediatria che da struttura complessa potrebbe divenire struttura dipartimentale. La cosa non comporterebbe la perdita di posti letto ma di servizi. E ancora più malumori crea il fatto che Lamezia sia l’unico ospedale spoke per il quale il reparto di Pediatria ha questa spada di Damocle sopra la testa.


Non corrono questo rischio tutti gli altri spoke della Calabria come Polistena, Corigliano Rossano, Locri, Paola-Cetraro.

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I medici, e non solo, si preparano ad affilare le armi. Si sta organizzando per mercoledì un incontro a Lamezia Terme. È necessario fare il punto della situazione e la chiamata alle armi sta partendo proprio dalla dottoressa, e consigliere regionale del Pd, Amalia Bruni. «Il depauperamento del presidio di Lamezia è inaccettabile, quanto decretato è molto grave: si assumono decreti così delicati senza alcuna informativa, nessun confronto di merito», aveva scritto Bruni in una recente nota.

Il vespaio che il decreto ha suscitato ha indotto il presidente della giunta regionale, e commissario ad acta sulla Sanità Roberto Occhiuto, il quale ha subito messo le mani avanti: «I miei sub commissari hanno aderito alle richieste del ministero ma negli ultimi giorni mi sono reso conto pure io che forse queste richieste meritano di essere riconsiderate».

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Occhiuto addebita le responsabilità sulla riorganizzazione della rete ospedaliera ai tavoli ministeriali: «La rete ospedaliera è stata licenziata dalla struttura commissariale un anno fa. E i tavoli ministeriali non ce l'avevano ancora restituita approvata. Hanno richiesto delle modifiche che riguardava il numero delle strutture complesse, ho detto ai miei sub commissari di aderire alle richieste del Ministero perché per me è urgente avere la rete ospedaliera operativa».

La domanda da porsi è se Lamezia dovrà subire l’ennesimo depauperamento, se la città e la sua classe politica sapranno reagire. Il Giovanni Paolo II ha una struttura enorme, era stato costruito, parecchie decadi fa, con altri obbiettivi. Oggi è una scatola semivuota.

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