Il ragionamento

«Dio è amore, altro che architetto», la riflessione del vescovo Staglianò sui rapporti tra Chiesa e Massoneria

Il presule in un intervento su YouTube: «La posizione è chiara: chi è iscritto a logge massoniche è in stato di Peccato grave. Vi spiego perché non ci si può dire massoni e cattolici»

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di Redazione Attualità
23 febbraio 2024
17:48

Nei giorni scorsi si è tornato a parlare di una trattativa Chiesta-Massoneria, dopo la partecipazione di tre logge italiane a un seminario con monsignor Delpini, vescovo di Milano, il cardinale Coccopalmerio e il vescovo Antonio Staglianò. Proprio Staglianò, presidente della Pontificia accademia di teologia (Path) ha pubblicato su YouTube una riflessione sul tema che ha un titolo molto significativo: «Dio è amore, altro che architetto».

Il vescovo emerito di Noto, inventore della pop-theology, riflette sulla inconciliabilità tra Chiesa cattolica e massoneria: «Il prefetto della congregazione per la dottrina della Fede il 13 novembre del 2023 con un biglietto approvato dal Papa dichiarava la posizione della Chiesa cattolica sulla massoneria, riprendendo ciò che già il cardinale Josef Ratzinger, allora prefetto della congregazione per la dottrina della Fede, aveva dichiarato il 26 novembre 1983 e cioè che i fedeli iscritti a logge massoniche sono in stato di Peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».


Staglianò usa la premessa per dire che «il cardinale argentino (il riferimento è a Manuel Tucho Fernandez, nuovo Prefetto del Dicastero della Fede, ndr) conferma tutto questo e stabilisce che queste misure si applicano anche agli eventuali ecclesiastici iscritti alla massoneria e propone ai vescovi filippini di svolgere una catechesi popolare in tutte le parrocchie riguardo alle ragioni dell'inconciliabilità tra Fede cattolica e massoneria».  

Il vescovo passa poi ad analizzare i contenuti del convegno di Milano del 16 febbraio scorso e dice che «chi è stato chiamato a presentare le ragioni dell'inconciliabilità tra Fede cattolica e massoneria doveva, appunto, spiegare le ragioni, dunque è chiaro che non poteva proporre una catechesi, doveva proporre - come ha fatto - una teologia sapienziale, cioè un ragionamento teologico che puntasse a chiarire al di là delle parole con cui le dottrine sono scritte, e che potrebbero anche essere intese malamente, e spiegare criticamente in che cosa consiste il cattolicesimo cristiano e perché i massoni, che pure volessero dialogando ritenere di poter essere massoni e cattolici, di fatto non potrebbero esserlo».  

«La prima grande e ultima parola che dichiara l'inconciliabilità totale e radicale tra chiesa cattolica e massoneria – continua Staglianò – è la stessa parola “Dio”. Certo esistono altri temi centrali su cui si potrà intervenire: verità, fratellanza, giustizia amore, pace, tutti termini che vanno intesi concretamente e non in astratto, ma la parola Dio…». Poi il vescovo entra nel cuore della questione: «Il Dio dei massoni è praticamente un grande architetto e forse questa idea sarà molto più bella dell'altra idea della ragione antica di Aristotele che si è inventato il motore immobile, un motore che tutto muove ma non lo sa perché essendo atto puro di pensiero pensa solo a sé stesso». Di fatto «per il cattolicesimo qui c’è una grande inconciliabilità che sta a fondamento di tutte le altre: non è la ragione a dire Dio ma Dio stesso si dice attraverso la ragione e viene a parlare all'uomo, si muove dialogando con l'uomo, a favore dell'uomo ed è un Dio che si presenta come salvatore, che salva l'uomo laddove l'uomo è più bisognoso di salvezza. E dov'è che l'uomo è più bisognoso di salvezza? Ma propriamente nella sua carne umana, nella sua essenza di affezione, di sentimento, di amore, di libertà, del suo essere persona».

Per il vescovo sono le caratteristiche intrinseche dell’uomo a fare la differenza: «L'androide dell'intelligenza artificiale va benissimo per un grande architetto, un grande orologiaio, magari con doti ingegneristiche particolari, ma non può bastare a un essere umano, perché l'essere umano è di più, è di più dell'androide: l'essere umano è questo di più di Dio che si autotrascende nell'amore, l'essere umano è generato da Dio creato a immagine e somiglianza di Dio. Ha dentro di sé qualcosa di increato».

«L'uomo non è frutto evolutivo di un progetto – chiosa Staglianò – ma è frutto di una generazione. Ebbene, il grande architetto si esprime nell'ordine geometrico, nell'ordine del mondo, ma non basta perché Dio è molto di più, infinitamente di più: Dio è il padre che genera il figlio e dona lo spirito, Dio è Agape, Dio è amore».

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