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«Guardare sempre negli occhi chi soffre», alla calabrese Nicolina Parisi onorificenza da Mattarella per aver donato loculi alle vittime di Cutro

VIDEO | All'indomani del naufragio del 26 febbraio scorso aprì la tomba di famiglia a Botricello per accogliere alcune delle salme, oggi il Presidente della Repubblica l'ha nominata Commendatore dell'Ordine al merito. «Per me una grande responsabilità»

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di Redazione Attualità
24 febbraio 2024
16:18

«Questa importante onorificenza non è un souvenir da esibire, ma una grande responsabilità sulle mie spalle». Così, nella sua casa di Botricello, in provincia di Catanzaro, Nicolina Parisi, 82 anni, commenta la nomina a Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana conferitale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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Vedova da 12 anni, madre di tre figli e nonna di cinque nipoti, la signora Nicolina, che ha gestito uno storico atelier di moda nella cittadina in cui risiede, dice di accogliere «con dignità e umanità» l'onorificenza ottenuta, «nella speranza - riferisce all'Ansa - che possa servire a dare voce a chi soffre in silenzio». E grazie a questo spirito che la signora Nicolina, davanti alle immagini televisive della tragedia che si consumò all'alba del 26 febbraio dello scorso anno a Steccato di Cutro, non ci pensò due volte e decise di mettere a disposizione alcuni loculi della cappella di famiglia.


Un gesto rappresentativo, si afferma nella motivazione del Quirinale, dello "spirito di solidarietà mostrato dalla popolazione calabrese nell'offrire un aiuto dopo il terribile naufragio". Nicolina Parisi, peraltro, è stata sempre animata da una profonda fede religiosa che l'ha portata ad essere presidente dell'Azione cattolica locale e, negli anni del suo impegno ecclesiale, a ricevere il gagliardetto di Giovanni XXIII dalle mani dell'allora presidente dell'associazione, Vittorio Bachelet.

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«Ho una grande fiducia nell'umanità - aggiunge la donna, che è in compagnia della figlia più piccola, Emerenziana - e vorrei che i potenti del mondo abbassassero le loro ali e guardassero negli occhi chi soffre per la fame e per le guerre. Per quanto mi riguarda, rimarrò quella di sempre, con semplicità, pronta a fare del bene nella carità e nell'umanità, insieme alla consapevolezza che ognuno di noi ha dei doveri da compiere. Mi sento di essere serva dell'umanità e amica di tutti. E questo è quello che farò fino a quando Dio mi darà gli occhi per vedere ciò che accade nel mondo che ci circonda».

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