Mammasantissima

A lezione di ’ndrangheta dal reggente della cosca: «U massimu è chiddu chi avi a Santa»

VIDEO | Al tavolo Filippo Chirico, genero del defunto boss Pasquale Libri che parla di riunioni, cariche e strategie da adottare. L'intercettazione trasmessa in esclusiva nell'ultima puntata di Mammasantissima (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Vincenzo Imperitura
28 gennaio 2023
06:30

A lezione di ‘ndrangheta, direttamente dal reggente della cosca. Siamo nel 2018 e gli investigatori della distrettuale antimafia di Reggio stanno stringendo il cerchio sui nuovi assetti criminali nel quadrante sud della città. Al tavolo, convinto di non essere ascoltato, siede Filippo Chirico, genero del defunto boss Pasquale Libri da cui ha ereditato il bastone del comando del clan; di fronte a lui una donna che lo sprona a raccontare come funzionano i “circoli formati”, le riunioni di ‘ndrangheta in cui si assegnano le nuove cariche e si discute delle strategie da adottare. L'intercettazione trasmessa nel corso della seconda puntata di Mammasantissima - processo alla 'ndrangheta disponibile su LaC Play.

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«La casa del vangelo e della stella – inizia a esclamare Chirico abbassando la voce – il portatore del tempo… questo è battezzato il locale e siamo in circolo formato». Una litania breve, mormorata quasi come una preghiera.


«Ci devono essere almeno cinque persone – sottolinea il boss, condannato a 19 anni di reclusione, alla sua “allieva” – il caposocietà, il contabile, il mastro di giornata, il mastro di tirata…». Ma alla donna, quelle regole arcaiche appaiono come un rituale privo di senso: «già così non si può sentire» dice al boss, incalzandolo però a continuare. E Chirico non si fa pregare, arricchendo la “lezione” di particolari. Il mastro di tirata che «si occupa che va tutto liscio», quello di giornata «che porta le novità», il contabile «che tiene i soldi». Un viaggio dentro i rituali del crimine organizzato calabrese spiegato nei minimi particolari ad una persona che non ne fa formalmente parte. E poi le differenze tra picciotto «che è uno giovane», camorrista «normale e di sangue» e sgarrista «e poi sei completo». Una divisione ferrea che garantisce una sorta di protezione a compartimenti stagni tra le varie gerarchie della cosca e che consente l’avanzamento di grado per tappe.  Ma «u massimu è chiddu chi avi a Santa» spiega ancora il reggente del clan Libri riferendosi al “fiore” che consente allo ‘ndranghetista di interfacciarsi anche con pezzi dello Stato e della massoneria.

«Ma io queste cose le ho lette sui giornali – quasi si schernisce il boss per un momento, prima di tornare serio – e poi ci sono altre cose, regionali, mondiali. Chissi ne sannu tutti, sono arrivati fino a un certo punto e poi basta. Sapevano dell’Australia, sapevano dell’America, sapianu tutti i cazzi. Però c’è un’altra cosa ancora… che non la sa nessuno». Il corso accelerato di crimine organizzato è quasi giunto a conclusione e Filippo Chirico si è tenuto una ultima “perla” di conoscenza da dispensare alla sua allieva così interessata. «Qui a Reggio… contano… i segreti. E non sto parlando solo di Reggio ma della Calabria. Sei, sette…».

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