L’analisi

Succurro e Occhiuto si prendono pure l’Anci ma ora il gioco si fa duro: anche nel centrodestra cresce il dissenso

L’elezione della sindaca di San Giovanni in Fiore e presidente della Provincia di Cosenza inasprisce i rapporti con Fdi che non ha votato. È il secondo schiaffo politico assestato da Fi dopo il caso della legge omnibus. Dal centrosinistra opposizione solo teorica. I dossier più spinosi sul tavolo della neo presidente (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Massimo Clausi
30 giugno 2023
10:27
Il neo presidente di Anci Calabria Rosaria Succurro
Il neo presidente di Anci Calabria Rosaria Succurro

Sembrava tutta in discesa la strada del centrodestra verso la conquista dell’Anci. Merito anche dell’insipienza del centrosinistra che pur avendo un numero maggiore di amministratori locali, fra cui sindaci di centri importanti come Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Siderno, Castrovillari, Cassano, non riusciva ad esprimere un candidato da opporre a Rosaria Succurro, creatura politica degli Occhiuto. Il centrosinistra se ne era uscito così con la richiesta di un candidato di superamento, che però non aveva, per cui non si capisce bene perché il sindaco di San Giovanni in Fiore nonché Presidente della Provincia avrebbe dovuto rinunciare al suo personale triplete.

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Eppure l’elezione della Succurro all’improvviso si è complicata ed è stata meno facile del previsto come dimostrano i numeri (124 preferenze su 209). Poco prima delle votazioni, infatti, era Fratelli d’Italia ad andare in “soccorso” del centrosinistra chiedendo un nome di superamento, questa volta con argomentazioni diverse. I Meloniani non mettevano in discussione la figura della Succurro, ma il metodo. Ovvero una imposizione calata dall’alto, senza alcun confronto con gli alleati. Ovviamente l’appello è caduto nel vuoto. D’altronde Fratelli d’Italia può contare, per ora, solo su una manciata di sindaci, troppo pochi per influenzare i meccanismi di voto dell’Anci.


Così, ancora una volta, i meloniani si sono rifugiati nell’astensione e hanno preso un altro schiaffo. Non è il primo. Giusto qualche mese fa una situazione simile si era verificata con la legge omnibus o meglio con l’articolo della legge che impattava sulla fusione dei Comuni. Non votiamolo aveva detto il senatore Fausto Orsomarso. E invece la legge in consiglio regionale è passata, nonostante, come hanno scritto ieri nella loro nota, i meloniani siano primo partito d’Italia. Le indiscrezioni dicono che con quella nota i meloniani volevano semplicemente “alzare la posta” chiedere più spazio nei posti che contano, finora tutti appannaggio di Forza Italia. Insomma la situazione fra gli alleati è tesa e il redde rationem potrebbe arrivare davvero a breve sopratutto se gli equilibri in consiglio cambieranno con la presunta diaspora da Forza Italia.

Ma la vittoria della Succurro rischia di essere un boomerang anche per altri aspetti questa volta più politici. Il sindaco di San Giovanni in Fiore, infatti, dovrà gestire il rapporto fra il Governatore e i sindaci che in questi mesi non sempre è stato idilliaco. Gli amministratori infatti si sono visti imporre la riforma del ciclo dei rifiuti e dell’acqua con Arrical senza essere stati minimamente coinvolti. Avevano chiesto di non approvare la norma sulle fusioni ed erano stati ascoltati solo formalmente (l’audizione dell’ex f.f. Franco Candia in commissione era durata circa dieci minuti). Ma soprattutto c’è la grossa partita dell’autonomia differenziata che vede i sindaci calabresi fortemente contrari e il presidente della giunta regionale invece più che possibilista. Rosaria Succurro in questi mesi dovrà fare ricorso a tutte le sue doti diplomatiche se non vuole che questo suo nuovo incarico gli scoppi in faccia.

Giornalista
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