Lo scenario

Bergamotto, le polemiche frenano lo sviluppo. L’imperatore degli agrumi può trainare l’economia del Reggino: ecco come

L'evoluzione storica del prezioso agrume, dalla produzione dell'olio essenziale all'uso di polpa e succo, spiega la necessità di una rapida certificazione europea. Un enorme potenziale in gran parte inespresso

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di Massimo Tigani Sava
11 marzo 2024
12:08

Che cosa sta succedendo sul fronte del Bergamotto? Da dove nascono tante polemiche? In che contesto si inquadra l’attuale contrapposizione fra fautori della Dop o dell’Igp? Si riuscirà ad approdare a soluzioni che diano nuove opportunità di crescita ad agricoltori, trasformatori e territorio? La politica non farebbe bene a evitare possibili strumentalizzazioni dannose?

Partiamo da una premessa. La Calabria può vantare un gioiello della terra unico, inimitabile, identitario, di immenso valore e potenziale perché parla la lingua del gusto ricercato, dell'armonia olfattiva, del salutismo, della nutraceutica, della gastronomia che sposa il territorio, ma anche delle tendenze più moderne del beverage e della fantasia dei bartender: questo è il Bergamotto che amo definire l'Imperatore degli agrumi.


Il Bergamotto, la cui importanza storica nasce con la valorizzazione della sola buccia e si evolve positivamente nel tempo utilizzando anche polpa e succo, è un agrume il cui olio essenziale ha caratteristiche straordinarie e insostituibili, nonché una polpa e un succo dalle qualità organolettiche e nutrizionali uniche, distintive, salutistiche. Nel 2001 l'Unione Europea istituì la Dop “Bergamotto di Reggio Calabria – Olio essenziale”, riconoscendone storicità e qualità estrema, apprezzata dalle migliori case profumiere e cosmetiche al mondo, a partire dalle rinomate e diverse espressioni dell'Acqua di Colonia. La famosa “essenza” di Bergamotto, infatti, nonostante numerosi tentativi di “imitazione” portati avanti in vari continenti e il sempre presente tarlo della sofisticazione, raggiunge determinate caratteristiche di pregio solo in uno specifico territorio costiero che si estende da Villa San Giovanni a Monasterace, passando quindi per lo Stretto e risalendo lungo la costa jonica.

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L'economia reggina, con importanti ricadute anche sul fronte dell'organizzazione sociale, per alcuni secoli è stata intimamente connessa con il ciclo annuale del Bergamotto e con la produzione di olio essenziale ricavato dalle sole bucce (scientificamente dette flavedo). Tralasciamo in questo contesto il racconto delle atmosfere tipiche delle campagne invernali dedicate al Bergamotto, in cui donne, uomini e finanche i fanciulli erano impegnati nelle diverse e articolate fasi di estrazione dell'essenza, e rinviamo ad altro scritto anche le descrizioni relative al progresso tecnologico, prevalentemente autoctono, che ha accompagnato il passaggio dal “rito” della sfumatura manuale, usando spugne naturali, alla meccanizzazione. L'olio essenziale, fino ai giorni nostri che pur hanno assistito al trionfo delle sintesi chimiche, è considerato un componente prezioso dei migliori profumi in quanto è un ottimale fissativo dei bouquet aromatici.

A seconda degli anni, tra clima e oscillazioni internazionali del mercato, un litro di olio essenziale di Bergamotto di Reggio Calabria è stato quotato fino a circa 200 euro. Senza entrare nel merito dell'utilizzazione arcaica del Bergamotto nella medicina popolare reggina, possiamo affermare che l'importanza di questo meraviglioso ed eclettico agrume è stata legata per tanto tempo al suo profumatissimo olio essenziale. La rimanente buccia, privata della colorata scorza, diveniva in genere “pastazzo” per l'alimentazione di bovini e ovini.

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La scoperta dell'uso alimentare del Bergamotto di Reggio Calabria, tra polpa e succo, è abbastanza recente, ed è partita dalla grande tradizione pasticciera locale che ha generato sorbetti e poi torte e dolci secchi o con crema aromatizzata. Sono nati successivamente succhi e bibite, anche gassate. Nel frattempo la ricerca scientifica ha scoperto importanti proprietà del succo, alimentando così nuove linee di produzione che guardano anche al biologico. In particolare, con studi effettuati anche nelle Università di Cosenza e di Catanzaro, confortate da analisi compiute in diversi laboratori all'estero, si è riscontrato che il succo di Bergamotto è ricco di molecole (statine naturali) in grado di aiutare il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue, e non solo.

Al contempo, partendo proprio dall'esperienza della medicina popolare, sono cresciuti gli usi dell'olio essenziale in vari campi sanitari. Parallelamente si è imposto l’uso alimentare dell’intero frutto: bucce candite, marmellate, impiego di polpa e scorze in cocktail ed altre specialità del beverage, spremute, la fantasia dei cuochi che ha iniziato a comporre ricette (secondi di pesce, risotti, ecc.) al profumo di Bergamotto, hanno allargato enormemente lo spettro d'uso di questo fantastico agrume. Finanche il frutto fresco ha iniziato, pertanto, a essere richiesto in mercati importanti, trovando singoli consumatori disposti a spendere anche 5 o 6 euro al chilo.

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Fatte queste premesse, si comprenderà l'importanza della protezione del Bergamotto di Reggio Calabria anche per il frutto in sé stesso, e quindi al di là del solo olio essenziale. Ecco perché si parla di Bergamotto Igp o Dop. Altre regioni del Sud, fiutando la crescita di interesse per il Bergamotto, hanno iniziato a produrlo a fini alimentari (l'olio essenziale di estrema qualità continua a essere, per fortuna, una prerogativa di fatto esclusiva del Reggino e dei suoi equilibri pedoclimatici).

Il vero nodo della questione, ancora oggi, è la mancata massima valorizzazione, nei decenni, del Bergamotto. Per carità, qualche passo in avanti si è pur fatto, anche significativo, ma il potenziale da sfruttare era ed è enorme, fino al punto da poter immaginare un vero e proprio distretto reggino del Bergamotto capace di portare a sintesi agricoltura, paesaggio, tecnologie, scienza, gastronomia, dolciaria, medicina, nutraceutica, ricerca, stili di vita, attrattività turistica. Lo scontro in atto risente di un tipico clima calabrese in cui non si riesce quasi mai, pur con confronti dialetticamente accesi, a lavorare in positivo a vantaggio della crescita di tutti.

Ci sarà da ragionare sul ruolo della Regione, della Camera di Commercio, del Consorzio di tutela e di altri soggetti organizzati, e finanche sull’approccio generale di produttori e trasformatori. Nell’intera vicenda, forse, si può anche ascoltare l’eco di posizioni politiche diverse. Ora sarebbe importante trasformare le energie sprigionate in azioni virtuose, al fine di ottenere nella maniera più rapida possibile il riconoscimento della Dop o dell’Igp (il disciplinare di quest’ultima, per come è stato concepito, non avrebbe molte differenze sostanziali rispetto alla Denominazione di origine protetta che comunque ha maggiore appeal), avviando finalmente politiche adeguate di sviluppo. Il Bergamotto ha avuto numerosi lungimiranti pionieri reggini che meriterebbero di essere ricordati uno per uno: è giunto il momento di trasformare questi sforzi, spesso solitari, e questa affascinante cultura in un’economia forte e trainante, in grado di coinvolgere tutto il territorio di riferimento. Cambiare per non perire!

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