Incidenti fatali

Morti sul lavoro, anche in Calabria due ore di sciopero per accendere i riflettori su una strage senza fine

Dopo gli episodi di Firenze e Frascineto, operai metalmeccanici ed edili si fermeranno oggi a fine turno. L'iniziativa è stata illustrata a Lamezia dai segretari regionali di Feneal Uil e Fillea Cgil: «Manca la volontà politica di intervenire seriamente»

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di Redazione Economia
21 febbraio 2024
12:16

Due ore di sciopero anche in Calabria a fine turno per riaccendere i riflettori sulla strage senza fine delle morti sui luoghi di lavoro. È questa l’iniziativa sindacale presentata nel salone delle conferenze della Uil Calabria, a Lamezia Terme, dai segretari generali di Feneal Uil Calabria, Maria Elena Senese, e della Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre.

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All’incontro con la stampa hanno preso parte anche i segretari generali della Fiom Cgil calabrese, Umberto Calabrone e della Uilm Calabria, Antonio Laurendi. La condanna di quanto accaduto a Firenze e, a poche ore di distanza, a Frascineto - dove un operaio di 54 anni ha perso la vita schiacciato da un lastrone di cemento - è stata unanime. «La sicurezza sul lavoro - ha detto Maria Elena Senese - è una responsabilità comune e oggi più che mai bisogna iniziare a dare alle cose il nome giusto: bisogna parlare di strage e non di tragedia e di omicidi e non di decessi. È fondamentale fare sinergia fra le istituzioni interessate. Noi - ha aggiunto - abbiamo le idee chiare e le nostre proposte le abbiamo già messe nero su bianco e girate a chi ci governa. Partiamo dall’introduzione della patente a punti per le imprese previsto dal Decreto Legislativo 81/2008. È necessario, poi, rafforzare gli organi ispettivi ma occorre un ispettore dedicato al settore edile; così come è fondamentale la condivisione di una banca dati delle notifiche preliminari tra Cassa edile, Ispettorato e Asl e proprio sugli ispettori delle Asl chiediamo alla Regione di potenziare gli organici attuali. Riteniamo indispensabile - ha concluso Maria Elena Senese - l’inasprimento delle pene, la previsione del reato di omicidio sul lavoro e l’istituzione di una Procura nazionale dedicata. Ma anche procedere alla tracciabilità della formazione. È necessario anche agire sulla prevenzione, facendo progetti per visite specializzate in cantiere per sensibilizzare i tecnici preposti e contrastare il fenomeno del dumping contrattuale in edilizia».


Per il segretario generale della Fillea Cgil, Simone Celebre «manca la volontà politica di intervenire con urgenza e determinazione aprendo un confronto serio con le organizzazioni sindacali. Ormai è provato che più lunga è la catena degli appalti più si risparmia sulla sicurezza e sul salario dei lavoratori: solo chi non è stato mai in un cantiere può affermare il contrario. L’ultimo subappaltatore del subappaltatore dell’appaltatore principale che ha contrattualizzato l’opera già con un forte ribasso per produrre un minimo di profitto non potrà che tagliare sulla sicurezza, sui controlli e sul salario dei lavoratori, fino al vero e proprio sfruttamento». 

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«Abbiamo una carenza di organi ispettivi - ha chiarito Celebre - da primato negativo in Europa. Carenza che determina un sistema di controlli insufficiente e del tutto inefficace. Basti pensare che gli ispettori controllano in media un’azienda una volta ogni 14 anni. E in questo scenario si è calata la riforma del codice dei contratti voluta da Salvini, che ha introdotto la “follia” del cosiddetto subappalto a cascata».  Durante la conferenza stampa sono intervenuti anche i segretari generali di Uilm e Fiom Calabria, che partecipano allo sciopero di due ore nei cantieri edili, in quei cantieri in cui, per l’effetto distorto del dumping contrattuale, sono sempre di più gli operai a cui viene applicato il contratto metalmeccanico piuttosto che quello edile. «Oggi - ha detto Antonio Laurendi - è una giornata triste. Dovremmo parlare di rinnovi contrattuali, di miglioramento delle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori e, invece, ci troviamo costretti a parlare di morti sui luoghi di lavoro. La media di tre morti al giorno in Italia è il sintomo di qualcosa che non funziona e che ci obbliga a mettere in campo ogni strumento utile ad invertire la rotta. Oggi è fondamentale mettere in campo e far funzionare tutti quegli strumenti normativi che già esistono e potrebbero rendere più sicuro il mondo del lavoro».

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«Oggi scioperano i metalmeccanici e gli edili - ha concluso Umberto Calabrone - ma la sicurezza riguarda tutto il mondo del lavoro sempre più precario e senza diritti. Servono azioni forti che vedano il rafforzamento del sistema di controlli, il governo investa nella sicurezza, non servono “condoni” sulla sicurezza, basta con i subappalti a cascata. La sicurezza non è un costo ma un investimento per garantire il futuro ai lavoratori».

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