Corsa a quattro

Forza Italia, Occhiuto in pole position per diventare il numero due del partito: al via la sfida per scegliere il vice di Tajani

Entro oggi la presentazione delle candidature a vicesegretario in vista del congresso di venerdì e sabato a Roma. Quattro i nomi in corsa: oltre al governatore calabrese, quello del Piemonte, Bergamini e infine Benigni che è sostenuto da Marta Fascina 

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di Massimo Clausi
21 febbraio 2024
12:42
Roberto Occhiuto
Roberto Occhiuto

L’ora X scatta oggi alle 15. Questo il termine ultimo per la presentazione delle candidature a vicesegretario di Forza Italia in vista del congresso che si terrà venerdì e sabato a Roma. Si tratta del terzo congresso nazionale del partito, il primo dopo la morte di Silvio Berlusconi. La scomparsa del leader ha lasciato ovviamente un vuoto di potere all’interno di un partito che è diventato improvvisamente contendibile. E se il ruolo da numero uno è fuori discussione, sul secondo invece si sta aprendo una partita.

Come risaputo nella lista degli aspiranti “vicario” c’è anche il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, ad oggi il favorito alla vittoria finale. A contendergli il ruolo c’è anche il suo collega, governatore del Piemonte, Alberto Cirio che può rappresentare la proiezione al Nord del partito, uno strumento per continuare ad erodere consensi agli amici della Lega. Altro vicesegretario che aspira al ruolo di vicario sarà Deborah Bergamini. Lei è stata quattro volte parlamentare, già portavoce del partito in cui milita sin dagli inizi, sarebbe una sorta di usato garantito.


Ma l’avversario più insidioso per Occhiuto è Stefano Benigni, 36 anni, bergamasco, attuale tesoriere del partito. La freccia più importante nell’arco del giovane deputato è il suo rapporto con la vedova del Cavaliere, la calabrese Marta Fascina che è tornata improvvisamente sulla scena politica proprio per caldeggiare la nomina di Benigni. Ieri il Fatto Quotidiano scriveva che avrebbe telefonato al vecchio sodale del Cavaliere, Marcello Dell’Utri, per chiedere il suo sostegno alla candidatura di Benigni. La Fascina sa infatti che la partita congressuale si gioca soprattutto al Sud dove Forza Italia ha la sua cassaforte elettorale. Messa fuori gioco la Calabria per la candidatura di Occhiuto, la Fascina punta molto sulla Sicilia confidando anche in una certa irrequietezza del governatore siciliano Renato Schifani che si è visto escludere dal gruppo dirigente del partito e che si è mostrato, ad esempio, perplesso sull’uso dei Fondi Coesione per finanziare il Ponte.

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Il problema è che oggi dalle colonne del Corriere della Sera Dell’Utri ha smentito questo retroscena dicendo di aver appreso solo pochi giorni fa dello svolgimento del congresso. Non è un mistero che per lui Forza Italia è finita nel momento stesso in cui è morto Berlusconi, come ha detto in una recente intervista al Foglio. Meglio quindi dedicarsi ai suoi amati libri piuttosto che alle alchimie congressuali.

Antonio Tajani per il momento non si sbilancia. Evidentemente vuole dare l’impressione di un congresso che si giocherà lealmente. Occhiuto però è sponsorizzato dall’eurodeputato Fulvio Martusciello che in Calabria è venuto già per i congressi provinciali. In quell’occasione, a Cosenza, ci disse che «i voti sono come gli abbracci dei figli, non sono mai abbastanza». Oggi invece dice che «abbiamo sottoscritto la candidatura di Occhiuto: è l’immagine del Sud che lavora e non perde il proprio tempo a polemizzare». Insomma fra i due sembra esserci un patto di ferro, ma i seguaci della Fascina non sembrano voler abbandonare le loro velleità. Allora non resta che la conta.

Venerdì e sabato si consumerà un passaggio storico in cui il partito celebrerà un nuovo rito fondativo con 854 delegati nazionali eletti da 120 assemblee provinciali che hanno nominato 104 coordinatori locali e 15 coordinatori di grandi città. A questi si aggiungono i 455 membri di diritto che comporranno la platea congressuale.

Un piccolo esercito di militanti che dovrà tracciare una rotta identitaria - «le nostre parole chiave non invecchiano mai» dice Alessandro Cattaneo. Il punto politico, quindi, è tutto qui sulla cornice programmatica e sugli obiettivi. Sotto quest’ultimo profilo il primo banco di prova sono le Europee con il traguardo dichiarato del 10%. Un target ambizioso per il quale tutto il gruppo dirigente dovrà lavorare pancia a terra. A Tajani non dispiacerebbe avere Occhiuto nelle liste per le europee e ottenere così in dote i voti del Mezzogiorno. Il diretto interessato finora lo ha escluso. Ma questa è un’altra storia. Prima c’è da giocare la partita per il ruolo da vicario.

Giornalista
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