Regione

I Garanti regionali in Calabria sono una garanzia di... stipendio, anche per gli esperti che li affiancheranno

Sono 5 le figure esterne istituite dal Consiglio regionale a tutela di molteplici settori come la salute, i minori, i detenuti e presto se ne aggiungerà un’altra. Per loro ci sono circa 25mila euro annui. Altri 18mila euro verranno erogati a ogni singolo professionista che li supporterà e per i quali è partito il reclutamento

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di Claudio Labate
16 febbraio 2023
18:13

“Garanzie cercasi”. Se fosse appeso alle porte di Palazzo Campanella, potrebbe recare questa dicitura la rivendicazione dei calabresi, sempre più vittime di qualcosa a causa di qualcuno semplicemente del sistema. La politica fa quel che può, ma spesso è più occupata a garantire se stessa che i diritti dei cittadini. Niente di nuovo, tutto sommato, visto che per garantire i calabresi, la politica può contare sulle figure dei Garanti. Ad onor del vero, moltiplicatisi in questo inizio di legislatura. Figure, lo dice la stessa parola, di garanzia. A volte indispensabili. A volte, è inutile girarci troppo intorno, solo luogo dove poter parcheggiare “personaggi in cerca di autore”.

Ma quanto costa garantire ai calabresi di poter essere garantiti? La materia è scivolosa, anche perché per garantire la materia non si bada a spese, anche se spesso il rischio è di creare stipendifici che non producono quanto atteso.


I costi delle garanzie

In linea generale la figura del Garante nell’esercizio delle proprie funzioni, non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico o funzionale. Dispone di un ufficio con personale assegnato, che dipende funzionalmente dal Garante stesso che però non ha diritto ad alcuna indennità di struttura.

Per arricchire il già importante numero di Garanti in Regione - Difensore civico, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, il Garante della Salute e il Garante regionale dei detenuti a cui di recente si è unito anche il Garante per le persone disabili - è stato avviato l’iter legislativo che istituisce il Garante per le vittime di reato. Nella legge istitutiva si chiarisce che al Garante regionale spettano l’indennità di funzione, il rimborso spese e il trattamento di missione nella misura prevista per il difensore civico che a norma di legge percepisce una indennità mensile lorda pari al 25% dell’indennità mensile lorda percepita dai consiglieri regionali. Quindi con riferimento all’indennità di funzione, la quantificazione annua è pari a 15.500 euro. Mentre, considerato che la media di rimborso per missione per ogni singolo consigliere sarebbe pari a euro 10 mila euro, la somma da prevedere annualmente per il rimborso di missione al Garante, dovrebbe essere non superiore ad € 10.064.

Quattro nuovi esperti… ed esterni

Evidentemente non basta. Perché con deliberazione n°4 del 9 febbraio scorso, l’Ufficio di presidenza di Palazzo Campanella ha fornito gli Indirizzi per l’individuazione di 4 professionisti esterni di particolare e comprovata specializzazione da assegnare a supporto degli organi di garanzia della Regione Calabria.

«La particolare natura e la complessità delle funzioni svolte dalle suddette figure (i Garanti, ndr) – si legge nella deliberazione -, destinate alla tutela di diritti costituzionalmente garantiti, trova concreto e immediato riscontro nelle relazioni annuali presentate al Consiglio regionale dagli organi di garanzia. Ferma restando la specificità delle funzioni di ciascun garante, talune segnalazioni e istanze coinvolgono competenze trasversali e attinenti a diverse figure di garanzia e richiedono, pertanto, un costante supporto tecnico - giuridico specialistico e qualificato».

Dunque, gli uffici sono già al lavoro per predisporre l’avviso pubblico e tra i requisiti, sarà chiesto il possesso della laurea in giurisprudenza, l’abilitazione all’esercizio della professione forense, e una «particolare specializzazione e professionalità nello svolgimento dell’incarico di avvocato, attestata dall’iscrizione al relativo albo professionale da almeno 5 anni e dalla titolarità di Partita Iva». Tutti dovranno dimostrare di possedere una «comprovata esperienza professionale», desumibile dal curriculum vitae, nell’ambito delle politiche sociali, educative, sociosanitarie nonché nel campo penale, amministrativo e giuslavoristico.

La durata dell’incarico per i quattro nuovi indispensabili esperti è di due anni dalla stipula del contratto che prevedrà un compenso annuo lordo comprensivo di Iva e cassa di previdenza, in 18 mila euro per ciascun professionista, «determinato adottando, quale parametro di riferimento, i compensi corrisposti a collaboratori che svolgono la medesima tipologia di funzioni».

L'esperto anche in Commissione

Ma non basta, perché con la deliberazione successiva, la n°5 del 9 febbraio, cambia il numero e la destinazione degli esperti ma non la sostanza. Infatti in questo caso si lavora all’individuazione di «un professionista esterno di particolare e comprovata specializzazione da assegnare a supporto della Quarta e della Sesta commissione consiliare».

La premessa è che «il particolare tecnicismo e la specificità e complessità delle funzioni svolte dalle suddette commissioni, che operano nell’ambito di diritti costituzionalmente garantiti connessi alla tutela dell’ambiente e del territorio e alla gestione delle fonti energetiche, richiedono, alla luce della necessità di far fronte all’attuazione delle previsioni del Pnrr, un mirato supporto specialistico e qualificato».

In questo caso la finalità è nobile, ed è rivolta alla capacità di saper spendere le vaste risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza: il professionista dovrà contribuire a valorizzare ulteriormente l’attività funzionale svolta dalle Commissioni, «rafforzando la capacità di risposta in termini di tempestività ed efficacia connessa alla gestione del Pnrr e delle varie progettualità nello stesso previste in materia di Valutazione di impatto ambientale (VIA), Valutazione ambientale strategica (VAS), produzione di energia da fonti rinnovabili e installazione di infrastrutture di comunicazione elettronica».

Le missioni di riferimento del Pnrr sono quelle della “Rivoluzione verde e transizione ecologica” e “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”.

In questo caso si chiede fra i requisiti la laurea in Ingegneria o Architettura, particolare professionalità nello svolgimento dell’incarico, attestata dall’iscrizione al relativo albo professionale e dalla titolarità di Partita Iva, insieme ad una particolare specializzazione nello svolgimento dell’incarico, maturata attraverso un’attività professionale nell’ambito delle politiche di utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente, di almeno cinque anni, desumibile dal curriculum vitae. Anche in questo caso la durata dell’incarico sarà di due anni, e il compenso annuo lordo di 18 mila euro.

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