«Meglio l’Europa di Riace che quella di Vannacci»: la corsa di Mimmo Lucano a Strasburgo parte dal Villaggio globale
VIDEO | Visioni a confronto nella presentazione delle candidature di Avs in Calabria. Il padre di Ilaria Salis: «Contro mia figlia e l’ex sindaco gli stessi metodi usati dal fascismo». Fratoianni: «Sull’accoglienza molto meglio essere buonisti che cattivisti»
«Dobbiamo decidere che Europa vogliamo: un’Europa dei diritti e dell’inclusione sociale come quella vista a Riace o un’Europa in tuta mimetica come quella del militare che teneva mia figlia al guinzaglio in tribunale». È Roberto Salis, padre della ragazza italiana arrestata in Ungheria con l’accusa di avere pestato due neonazisti (e fresca candidata in lizza per un seggio), a fissare l’orizzonte a cui guarda la lista di Alleanza Verdi e Sinistra presentata giovedì a Riace. Ed è proprio dal piccolo paese dello Jonio reggino, per anni simbolo di accoglienza e inclusione, che parte la corsa verso Strasburgo di Mimmo Lucano, che di quel progetto Riace è stato il cuore e l’anima, e che proprio qui a Riace, a due passi dalla piazzetta del “villaggio globale”, ha presentato la propria candidatura come capolista nel collegio meridionale in vista del voto di giugno.
Una candidatura “pesante” quella di Lucano che arriva in totale contrapposizione, e negli stessi collegi, a quella di Vannacci, il generale diventato famoso per “il mondo al contrario”, il controverso best seller autopubblicato diventato manifesto di una altrettanto controversa idea di Europa.
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«Dobbiamo ribaltare questo paradigma della paura che si fa sempre più strada, qui non abbiamo mai visto gli arrivi degli extra comunitari come un’invasione ma come perno su cui rilanciare i valori a cui teniamo, che sono i valori di Peppino Impastato e dei tanti che si sono battuti per la giustizia sociale. La mia è una candidatura “emozionale” – dice Lucano attorniato dai big di Avs Fratoianni e Bonelli oltre che dal padre di Ilaria Salis, da Mariapia Funaro (ex vice sindaco di Cosenza) e da Rosa D’Amato (europarlamentare pugliese uscente) – e sono felice di avere al mio fianco una persona come Ilaria. Io e lei siamo considerati come due criminali, io invece penso che siamo due combattenti alla ricerca del raggiungimento dei nostri ideali di società. Le motivazioni della sentenza d’Appello – che hanno smontato il teorema accusatorio che aveva portato, in primo grado, ad una condanna a 13 anni di reclusione per l’ex sindaco, ndr – mi hanno dato una nuova spinta e mi hanno restituito la dignità che in tanti, dopo quel giudizio, hanno provato a togliermi. A cominciare da Salvini che mi ha definito uno “zero”. Per noi nessuno è uno zero».
Ma se per Lucano la battaglia giudiziaria è finita con una condanna lieve per un reato minore frutto, scrivevano i giudici, del disordine amministrativo, per Ilaria Salis la strada è ancora lunga «ma si inizia a vedere la luce. I ceppi con cui è stata portata in tribunale sono solo la punta dell’iceberg – dice ancora il padre della candidata – Ilaria ha subito molte torture per molto tempo. Per più di un mese non ha avuto nessun cambio di biancheria, né la possibilità di avere un assorbente o anche solo un asciugamano da utilizzare dopo la doccia. Questi sono i metodi che usava il fascismo. Vale per Ilaria e vale anche per Mimmo Lucano: il meccanismo è sempre lo stesso, da Matteotti in avanti, e non possiamo più accettarlo».
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Muri o porte aperte, inclusione o Cpr: è il dualismo tra le due idee di Europa in campo a tenere banco nella conferenza stampa di presentazione della lista. «Questa città per troppi anni ha subito sulla propria pelle gli effetti di una campagna di malainformazione senza precedenti – ha detto Angelo Bonelli – oggi trasformiamo quella ingiustizia assurda in giustizia popolare. Riace, e Mimmo Lucano, sono l’opposto dei lager voluti dal governo, sia quelli in Italia che chiamano Cpr sia quelli che Giorgia Meloni intende costruire in Albania. Da Riace parte la nostra battaglia contro la sistematica violazione dello stato di diritto a cui assistiamo in Ungheria. Da qui parte la nostra lotta contro un Governo che si presenta in Calabria come un nuovo colonizzatore e che toglie risorse indispensabili al territorio per riversarle su un’opera inutile e dannosa come il ponte sullo Stretto».
«Il fenomeno migrazione non può continuare ad essere affrontato come emergenza – ha detto Nicola Fratoianni – e Riace ci insegna che non solo è possibile attuare un altro modo per affrontare queste sfide, ma che è conveniente farlo. Ci accusano di essere buonisti, di vivere in un mondo al contrario. Per quanto mi riguarda, buonista è meglio di cattivista. Molto meglio».