Sanità Calabria

Asp e ospedali chiedono alla Regione 434 milioni per chiudere i conti con i fornitori. Ma è solo una prima tranche

Nei giorni scorsi la Cittadella si era dichiarata disponibile ad assegnare anticipazioni sul riparto del fondo sanitario. Priorità ai crediti datati, certi, liquidi ed esigibili. Entro tre mesi si spera di chiudere il cerchio (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
20 luglio 2023
06:30

Il tesoretto gelosamente custodito nelle casse della Regione probabilmente non sarà sufficiente a ripianare il debito monstre accumulato dalle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, frutto di una prima scrematura eseguita sulle fatture dichiarate dovute dai fornitori nell’ambito dell’operazione di circolarizzazione.

Il conto 

Nei giorni scorsi, infatti, i commissari straordinari hanno recapitato il conto, piuttosto salato, in Cittadella dopo che quest’ultima aveva dichiarato la propria volontà ad avviare la fase due – di azzeramento del debito – erogando somme a titolo d’anticipazione sul riparto del fondo sanitario per consentire alle aziende di chiudere la partita con i propri creditori.


434 milioni

Da una prima ricognizione, sono emerse richieste di liquidità per 434 milioni, somme quasi pari a quelle che dovrebbero essere attualmente disponibili nella gestione sanitaria accentrata. Ovviamente, si tratta solo di una prima tranche che comprende unicamente quei crediti dichiarati dovuti dai fornitori e che hanno trovato rispondenza nella documentazione in possesso degli uffici amministrativi e che esclude, di conseguenza, le fatture oggetto di contestazioni o contenziosi.

Per azienda

Ad esempio, l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha chiesto 100 milioni di euro; l’Asp di Crotone ha avanzato un conto di 76 milioni; l’Asp di Catanzaro di 40 milioni; l’Asp di Vibo Valentia di 11 milioni e mezzo; l’Asp di Reggio Calabria ha chiesto 12 milioni, ma le procedure di ricognizione risultano ancora in corso; l’Annunziata di Cosenza 3 milioni e mezzo e, infine, le due aziende ospedaliere catanzaresi fresche di integrazione che insieme pompano debiti per 191 milioni di euro: 60 milioni per l’ex ospedale Pugliese e 131 per l’ex policlinico universitario.

La quadratura del cerchio

Stabilito il quantum, resta adesso aperta la partita più complicata. E l’operazione non si annuncia né rapida né indolore, anche in considerazione di due fattori. In primo luogo, non tutte le aziende hanno completato le procedure di riconciliazione, ovvero la verifica puntuale dei crediti richiesti dai fornitori. In molti casi, questi ultimi non coincidono con le informazioni esistenti (o inesistenti) negli uffici amministrativi. L’Asp di Catanzaro è però in buona compagnia. Anche l’Asp di Reggio Calabria, è ancora ben lontana dall’aver ricostruito il proprio debito.

Pagamenti record

Secondariamente, procedere al pagamento di 40, 50 o 100 milioni di euro di fatture non è esattamente una operazione da risolvere in pochi giorni. Le aziende probabilmente resteranno assorbite da questi adempimenti per mesi. E così la Regione ha, intanto, definito un criterio univoco: priorità ai fornitori che possiedono un titolo esecutivo; crediti certi, liquidi ed esigibili o quelli più datati e, infine, quelli oggetto di accordi transattivi che consentiranno di ridurre il valore degli importi.

Al terzo trimestre

Nelle intenzioni, questa fase dovrebbe consumarsi entro tre mesi assecondando una rigida pianificazione, frutto delle singole programmazioni aziendali. Ciascun commissario già il 17 luglio avrebbe dovuto consegnare un piano operativo contenente fornitori, fatture e calendarizzazione dei pagamenti.

Giornalista
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