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La ‘ndrangheta che ammazza i bambini: la lunga strage degli innocenti in Calabria

Un elenco non completo di giovanissime vite che la criminalità organizzata ha spezzato senza alcuna pietà. Queste sono le loro tragiche storie

Francesco Altomonte
21 marzo 202316:00
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La ‘ndrangheta che ammazza i bambini: la lunga strage degli innocenti in Calabria

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La ‘ndrangheta che ammazza i bambini: la lunga strage degli innocenti in Calabria

Gianluca Canonico: aveva solo 10 anni quando è stato ucciso per sbaglio. La sera del 3 luglio del 1985 mentre giocava sul pianerottolo vicino a casa, nel rione Pescatori, zona Sud della città di Reggio Calabria, un proiettile lo raggiunse alla testa, inducendo uno stato di coma irreversibile dal quale Gianluca non si svegliò più. Dopo cinque giorni, l’8 luglio, il piccolo, che sognava di diventare un pilota, spiccò il suo ultimo volo.

Gianluca fu una vittima involontaria di uno scontro tra gruppi. Questo il quadro emerso dalla ricostruzione degli inquirenti. I due gruppi erano animati dall’intento di offendersi, sostanziatosi in aggressioni e nell’esplosione di alcuni colpi di pistola. Uno solo colpì una persona e quella persona era il piccolo Gianluca. Il responsabile che aprì il fuoco, all'epoca dei fatti minorenne, fu processato e condannato.

Marcella Tassone

Marcella Tassone, viene trucidata a 9 anni la sera del 22 febbraio 1989 mentre si trova in macchina con il fratello, a Laureana di Borrello. Le sparano in faccia sette colpi. Voleva tornare a casa, dove l’aspettavano i genitori, in orario per vedere in televisione il Festival di Sanremo ma la mafia l’ha uccisa. A dieci anni non ancora compiuti Marcella Tassone è stata massacrata insieme al fratello Alfonso, 20 anni, pregiudicato, a colpi di lupara e finita con un colpo di pistola alla testa. 

L'agguato fu portato a termine in contrada Vecchio Macello, una zona disabitata del paese, sulla vecchia strada provinciale. Da dietro un muretto sparano almeno in due contro l’automobile. È un fuoco incrociato che dura per alcuni minuti. Per Alfonso e la sorellina non c' è scampo. Muoiono all' istante. I loro corpi sono irriconoscibili.

Andrea Bonforte

Andrea Bonforte: aveva 15 anni quando fu ucciso all’alba del 2 gennaio 1990 a Catona, nella periferia nord di Reggio. L’agguato alle prime luci dell’alba, nel rione Catona, frazione marina di Reggio Calabria. Andre Bonforte è in compagnia del fratello, vero obiettivo dei killer, un altro fratello e il padre. I quattro si apprestano ad aprire il panificio di loro proprietà. Non fanno neanche il tempo di tirar su per intero la saracinesca che scatta l'agguato mortale.

Da dietro un muretto sparano in tre, con un mitra, un fucile calibro 12 caricato a pallettoni ed una pistola 7,65. Il più piccolo dei Bonforte muore subito. Lo troveranno in una pozza di sangue.

Michele Arcangelo Tripodi

Michele Arcangelo Tripodi: sequestrato e ammazzato a 12 anni a San Ferdinando il 18 marzo 1990. Il cadavere è stato ritrovato solo 7 anni dopo in una campagna di Rosarno, riconosciuto dalla madre dagli indumenti. Secondo quando ricostruito dalle indagini, il bambino era stato prelevato da un commando la sera del 18 marzo mentre sta facendo un giro in bicicletta, sarebbe stato ucciso a colpi d’arma da fuoco e poi sotterrato.

I genitori in un primo momento si erano rivolti a Chi l’ha visto. Si pensava a una fuga, ma il mistero durò poco: otto mesi dopo a morire fu suo padre Rocco Tripodi, legato al clan la Malfa, ammazzato a colpi di lupara. Tra gli inquirenti, allora prese corpo l’ipotesi che il 12enne potesse essere stato ucciso per una vendetta trasversale. 

Arturo Caputo

Arturo Caputo: stava mangiando una pizza in un locale di Strongoli, nel Crotonese, quando viene ucciso a 16 anni la sera del 4 luglio 1990. Finisce sulla traiettoria dei killer che hanno per bersaglio un pregiudicato della zona.

Nel bel mezzo della cena con gli amici il killer entra e comincia a sparare all’impazzata con un fucile a pompa. Spara sei colpi per uccidere Salvatore Scalise, il suo bersaglio. Dopo essere fuggito, si contano tre 16enni a terra: due sono feriti, Arturo Caputo invece è morto.

Domenico Catalano

Domenico Catalano, 16 anni: ucciso in un agguato l’1 settembre 1990 nel quartiere Archi Cep, nella zona nord di Reggio. Si pensa sia stato scambiato per un altro obiettivo dei killer. Erano le 21:30 quando in una strada silenziosa e mal illuminata veniva ucciso a Reggio Calabria il giovane Domenico Catalano. Aveva appena 16 anni; era in vacanza con la famiglia. 

Le indagini condotte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura dimostrarono che fu un errore. Domenico quella sera girovagava in motorino con un suo amico; indossava una maglietta gialla a righe simile alla persona che doveva essere giustiziata dai killer. Fu un agguato violento. Lo massacrarono a colpi d’arma da fuoco. 

Elisabetta Gagliardi

Elisabetta Gagliardi: ammazzata a 9 anni con due colpi di pistola alla a Palermiti il 7 settembre 1990. I killer cercavano il padre, pregiudicato che dopo anni a Milani era ritornato con la moglie e la figlia più piccola al suo paese.

E proprio quella mattina, poco prima del duplice omicidio, Mario Gagliardi era scampato a un agguato. Mentre Mario si trovava in paese, la moglie e la figlia erano rimaste a casa in contrada Sanguria. I killer in sua assenza si erano accaniti sulla sua famiglia. La prima ad essere uccisa fu la mamma, Maria Marcella, poi la bambina giustiziata con due colpi alla nuca.

Luca Cristello

Luca Cristello: aveva 14 anni quando scomparve da Francica, nel Vibonese, il 17 maggio 2002. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. I genitori di Lica sono separati e il ragazzino nel 2001 ha raggiunto la madre a Torino e qui ha trovato un lavoro come manovale. Un lavoro che ancora doveva essergli pagato. Per Pasqua, in occasione del matrimonio della sorella, Luca è tornato a Francica.

Alle 17:30 del giorno della sua scomparsa incontra un amico che lo avrebbe accompagnato davanti al bar del paese. Diceva di avere un appuntamento con un altro amico; aveva intenzione di vendere il suo cellulare per sessantamila lire. Da quel momento scompare nel nulla. Tutte le ricerche effettuate nella zona anche dalle unità cinofile risulteranno vane.

Mariangela Ansalone

Mariangela Ansalone: ammazzata a 9 anni durante la faida di Oppido Mamertina l’8 maggio 1998 mentre si trovava insieme con il nonno. La macchina su cui viaggiavano era stata scambiata dai killer per l’auto del clan rivale. 

Quel pomeriggio Mariangela era stata insieme alla sua famiglia all’incontro con gli insegnanti a scuola. Finiti i colloqui si dirigono verso casa e incontrano il nonno materno, Giuseppe, che è andato a prendere nonna Tita, appena uscita dalla chiesa per la messa pomeridiana. Così, tutti insieme, decidono di andare a comprare un gelato. Sono tutti e cinque in auto, la Croma grigia di nonno Giuseppe. Sono quasi le 19 quando si scatena l’inferno.

In quegli istanti alcuni killer hanno appena compiuto un agguato e l’auto di nonno Giuseppe passa davanti al luogo del delitto proprio in quel momento. Gli assassini pensano sia quella del padre di uno degli uomini che hanno appena ucciso e aprono il fuoco contro la famiglia di Mariangela. La bimba morirà poco dopo e anche nonno Giuseppe non ce la farà.

Paolo Rodà

Paolo Rodà: ucciso insieme al padre Pasquale il 2 novembre 2004 nelle campagne di Ferruzzano. Aveva 13 anni. Quella mattina, insieme al papà e al fratello di 17 anni, si era recato in un terreno di proprietà della famiglia per fare qualche lavoretto e dare da mangiare agli animale. Erano appena arrivati e avevano spento il motore della macchina, quando alle loro spalle cominciarono a partire i colpi di lupara.

Paolo, che era seduto sul sedile posteriore, fu colpito immediatamente e morì. Il padre e il figlio maggiore scesero dalla macchina e cercarono di fuggire. Il ragazzo rimase ferito, mentre l'uomo fu raggiunto e ucciso. Il duplice omicidio riaprì la faida di Motticella che lasciò sul campo numerose vittime.

Dodò Gabriele

Dodò Gabriele: era la sera del 25 giugno del 2009 quando due sicari irruppero proprio sul campetto di calcio dove stava giocando a pallone anche Dodò, nella contrada Margherita, alla periferia nord di Crotone. Obiettivo dell'azione era Gabriele Marrazzo, un emergente della mala locale, che fu ucciso sul colpo. I killer, però, incuranti dei possibili bersagli, spararono all'impazzata, ferendo anche altre nove persone, tra le quali il bambino. 

Dodò non venne ucciso sul colpo, ma iniziò un calvario durato tre lunghi mesi; fu ricoverato a Crotone, poi a Catanzaro, operato prima al fegato e poi al cervello, morì il 20 settembre. 

Cocò Campolongo

Nicola Campolongo detto Cocò: sparito quando aveva 3 anni da Cassano allo Jonio il 15 gennaio 2014, insieme con il nonno, il pregiudicato Giuseppe Iannicelli e la sua compagna Ibtissa Touss. Il suo corpo, insieme a quello dei due adulti, è stato ritrovato carbonizzato il 19 gennaio 2014 all’interno dell’auto del nonno.

Il piccolo Cocò era nel posto sbagliato, con la persona sbagliata e nel momento sbagliato. Sì, perché la sua vita era già segnata dalla nascita. Nato dietro le sbarre, Nicola Campolongo ha vissuto i primi mesi in una cella perché la madre Antonia Iannicelli di 24 anni e il padre Nicola Campolongo di 26, erano detenuti nel penitenziario di Castrovillari, per questioni legate al traffico di droga. 

Cocò era il terzo di tre figli e, siccome era ancore in fasce, Antonia venne messa ai domiciliari fino al 2012, quando ritornò in carcere per aver violato gli obblighi di legge. Antonia, infatti, portando con sé i suoi tre figli, era andata a far visita al marito detenuto, senza essere autorizzata. Si decise allora di affidare a nonno “Peppino” il piccolo Nicola, mentre le sorelline di 2 e 4 anni erano con zia Simona.

Il 15 gennaio, il bambino scompare insieme al nonno e alla compagna dell'anziano. Quattro giorni dopo la macabra scoperta: i cadaveri carbonizzati di Cocò e dei due adulti vengono ritrovati nell'auto del nonno. 

Un elenco non completo di giovanissime vite che la criminalità organizzata ha spezzato senza alcuna pietà. Queste sono le loro tragiche storie
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«I rifiuti\u00A0del Sin di Crotone non si possono smaltire\u00A0nelle discariche calabresi»: il Tar proroga la sospensiva dell’ordinanza Errigo\n
Nuovo

Conclave, è nera anche la seconda fumata. Il cardinale Re: «Auspico la bianca questa sera»

A differenza di ieri sera, quando si sono attese circa due ore, questa mattina era prevista per le 12 ma i cardinali hanno anticipato di 10 minuti
Redazione Cronaca
8 maggio 2025
Ore 10:04
Conclave, è nera anche la seconda fumata. Il cardinale Re: «Auspico la bianca questa sera»\n
Conclave, è nera anche la seconda fumata. Il cardinale Re: «Auspico la bianca questa sera»\n
Vittime di mafia

Quando l’amore sfidò la ‘Ndrangheta, Roberto Saviano racconta la storia di Rossella Casini: «È stata tradita nel modo più terribile»

La sua forza e il suo coraggio al centro dell’ultimo romanzo dello scrittore napoletano. La giovane fiorentina si era innamorata di Francesco Frisina, studente fuori sede appartenente a una famiglia di ‘ndrangheta di Palmi. Un sentimento profondo, libero al quale non ha voluto rinunciare. Scomparsa il 22 febbraio 1981, il suo corpo non è stato mai trovato
Anna Foti
7 maggio 2025
Ore 20:35
Quando l’amore sfidò la ‘Ndrangheta, Roberto Saviano racconta la storia di Rossella Casini:\u00A0«È stata tradita nel modo più terribile»\n
Quando l’amore sfidò la ‘Ndrangheta, Roberto Saviano racconta la storia di Rossella Casini:\u00A0«È stata tradita nel modo più terribile»\n
Il dramma familiare

Omicidio Di Cello a Lamezia, eseguita l’autopsia sul 30enne ucciso dal padre

Nelle prossime ore il corpo del giovane sarà restituito ai familiari per i funerali. Incerta la data dello svolgimento del rito funebre che potrebbe tenersi in forma privata
Redazione Cronaca
7 maggio 2025
Ore 19:47
Omicidio Di Cello a Lamezia, eseguita l’autopsia sul 30enne ucciso dal padre\n
Omicidio Di Cello a Lamezia, eseguita l’autopsia sul 30enne ucciso dal padre\n
blackout rientrato

Dieci ore senza connessioni telefoniche e internet: basta un taglio d’erba per spegnere Acri

Un mezzo sfalcia l’erba e trancia un cavo lasciato a terra. Disagi per ospedale, banche, uffici e servizi d’emergenza. Ora il guasto è stato riparato, ma anche in questo caso i cavi restano “volanti”
Francesco Roberto Spina
7 maggio 2025
Ore 18:27
Dieci ore senza connessioni telefoniche e internet: basta un taglio d’erba per spegnere Acri\n
Dieci ore senza connessioni telefoniche e internet: basta un taglio d’erba per spegnere Acri\n
La tragedia

Muore al settimo mese di gravidanza, nominata la commissione d'inchiesta dell'Asp di Vibo: i nomi

Martina Piserà si è spenta nel reparto di Ginecologia dell’ospedale Jazzolino dove era stata trasferita dal Pronto soccorso a seguito della morte del bimbo che portava in grembo. Indaga anche la Procura
Redazione Cronaca
7 maggio 2025
Ore 18:24
Muore al settimo mese di gravidanza, nominata la commissione d'inchiesta dell'Asp di Vibo: i nomi\n
Muore al settimo mese di gravidanza, nominata la commissione d'inchiesta dell'Asp di Vibo: i nomi\n
Disperato appello

Sole e senza nessun aiuto economico, il grido d’aiuto di Laura e Marta vittime di violenza: «Viviamo nel terrore»

Donne costrette a chiudere la propria attività e madri che attendono da anni il reddito di libertà, il sussidio messo a disposizione dal Governo. Hanno anche scritto al ministero: «Tante promesse disattese»
Luana Costa
7 maggio 2025
Ore 17:29
Sole e senza nessun aiuto economico, il grido d’aiuto di Laura e Marta vittime di violenza: «Viviamo nel terrore»\n
Sole e senza nessun aiuto economico, il grido d’aiuto di Laura e Marta vittime di violenza: «Viviamo nel terrore»\n
‘Ndrangheta

Processo Imponimento: fissato il processo d’appello a Catanzaro per 66 imputati, ci sono anche i fratelli Stillitani

Il verdetto di primo grado del Tribunale di Lamezia impugnato sia dai difensori che dalla Dda. Tra gli imputati anche l’ex consigliere comunale di Vibo Franco Tedesco. Alla sbarra i clan Anello, Tripodi, Bonavota, Cracolici, Lo Bianco-Barba-Pugliese
Giuseppe Baglivo
7 maggio 2025
Ore 17:25
Processo Imponimento: fissato il processo d’appello a Catanzaro per 66 imputati, ci sono anche i fratelli Stillitani\n
Processo Imponimento: fissato il processo d’appello a Catanzaro per 66 imputati, ci sono anche i fratelli Stillitani\n
La decisione

Prestipino lascia la toga, dall’arresto di Provenzano a Mafia Capitale fino all’indagine che lo coinvolge

Dopo oltre 40 anni in magistratura, l’ex procuratore di Roma annuncia la sua decisione: «È venuto il momento di andare in pensione». E sull’indagine aperta: «Tranquillo che la vicenda sarà chiarita»
Redazione Cronaca
7 maggio 2025
Ore 17:24
Prestipino lascia la toga, dall’arresto di Provenzano a Mafia Capitale fino all’indagine che lo coinvolge\n
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Le motivazioni

Caso Seck, il gup sulla condanna dell’ex pm Bucarelli: «Voleva aiutare il calciatore accusato di revenge porn»

Il calciatore, oggi in prestito al Catanzaro, era stato indagato per l’invio di video intimi di una sua ex. Poi la vicenda era stata archiviata ma non per il magistrato condannato a un anno e nove mesi
Redazione Cronaca
7 maggio 2025
Ore 16:30
Caso Seck, il gup sulla condanna dell’ex pm Bucarelli: «Voleva aiutare il calciatore accusato di revenge porn»\n
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