Giornalismo

Maria Grazia Falduto (Diemmecom): «Le macchine sono solo strumenti, LaC non prescinderà mai dalle persone»

Le riflessioni del direttore generale del Gruppo editoriale a margine del corso di formazione tenuto dall’ex direttore di Repubblica.it Giuseppe Smorto: «Intelligenza artificiale e nuove tecnologie non potranno mai sostituire il pensiero critico dei nostri professionisti» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
26 maggio 2023
18:18
Maria Grazia Falduto
Maria Grazia Falduto

Le nuove frontiere dell’informazione e gli spazi da colmare, ma con la testa e il cuore. Quindi, con le persone.
Il Gruppo editoriale Diemmecom guarda al futuro mantenendo ben piantate, però, le sue radici nel presente. L’intelligenza artificiale e le macchine che aggregano, fanno e disfano, vengono vissute da alcuni come opportunità e da altri come una iattura. Però, la verità, come in tutte le cose, è assai probabile che stia in mezzo: «Al centro, sì – dice Maria Grazia Falduto, direttrice generale Diemmecom –. Esattamente a metà strada tra ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare».

L’essere e il divenire, insomma. E cosa è oggi il network LaC? «Un insieme di persone, che hanno testa e cuore prima di ogni altra cosa. Sono gli uomini e le donne dell’azienda i pilastri sui quali poggia la sfida del Network. E insieme ai nostri tanti collaboratori vogliamo costruire percorsi di crescita e miglioramento individuale mantenendo saldo il legame tra noi e il nostro territorio».


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E così, negli studi centrali della tv calabrese che guarda (e già parla) all’Italia, ecco una nuova visita d’eccellenza: Peppe Smorto, già vicedirettore di Repubblica e per 13 anni direttore di Repubblica.it, il primo sito di informazione italiano ai tempi (qualche anno fa) della sua direzione. Perché questo incontro tra esperienze nazionali e locali?
Lo spiega proprio la direttrice generale Diemmecom.

«Siamo nati e stiamo crescendo muovendoci nel solco dell’informazione tradizionale, con la sua gerarchia delle notizie, il suo impegno etico, i suoi doveri verso la società. Erano e restano questi i principi della nostra bandiera. Rinforzare il legame interno ed esterno rappresenta la chiave per la conquista di sempre maggiori spazi. Ma non abbiamo chiuso le porte al futuro né alle nuove tecnologie. Abbiamo creduto e crediamo fortemente nella mescolanza di linguaggi e tecnologie. Ma abbiamo creduto e crediamo anche nelle persone. C’è sempre stato bisogno di giornalisti veri, in carne e ossa, con le loro intuizioni, le loro fiamme, il loro coraggio nella denuncia. E ce ne sarà anche nei prossimi anni, quando assisteremo a un dilagare di nuove esperienze editoriali tarate su microchip velocissimi, ma di macchine vuote di sentimenti. Le intelligenze artificiali potrebbero stravolgere le nostre abitudini. Ma non ci fanno paura. Infatti non può esserci buona informazione senza pensiero critico. E il pensiero critico è un fatto umano. Il nostro incontro con autorevoli direttori e giornalisti che hanno calcato e calcano le scene nazionali è innescato dall’esigenza di proiettare la nostra esperienza calabrese oltre i confini regionali trasferendo fuori, però, la nostra identità marcata. Una identità costruita dalle e con le persone. E a giudicare dai feedback che riceviamo, fa piacere constatare che ci stiamo riuscendo».

Peppe Smorto, infatti, nel suo incontro con i direttori e i colleghi delle testate del Gruppo, ha rilevato l’alto grado di maturazione raggiunto dal network. E toccato con mano, anche, le potenzialità di sviluppo collegate al futuro. Segnali che alimentano la speranza in un giornalismo militante che si accosta ai temi e ai problemi con indipendenza da ogni potere e con piena libertà di espressione.
Il mondo cambia. E se cambiano anche le tecnologie dell’informazione bisognerà farsi trovare pronti al cambiamento.

«Noi – aggiunge Maria Grazia Falduto – non vogliamo sostituire i nostri giornalisti con le macchine. Vogliamo integrare la persona con lo strumento di lavoro: è sempre stata questa la nostra caratteristica. È il target dell’innovazione che ci contraddistingue. Ma innovare non significa cambiare drasticamente: adattare, semmai, e implementare per continuare a costruire qui in Calabria, seppur tra mille difficoltà, una realtà autonoma e libera, capace di contaminare il mondo dell’informazione e la società in cui è innestata con le sue idee».

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