Sanremo

Il ritmo calabrese del percussionista Molinaro per la quarta volta sul palco dell’Ariston: «La Berté? Ha la grinta della nostra terra»

Il musicista originario di Marano Principato anche quest'anno fa parte dell'orchestra del Festival: «Rappresento una meravigliosa regione». E sulla cantante di Bagnara: «Carisma intramontabile, un esempio per tutti noi»

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di Francesco Spina
7 febbraio 2024
12:45
Il maestro Tarcisio Molinaro all’Ariston
Il maestro Tarcisio Molinaro all’Ariston

La prima serata del festival di Sanremo è andata in archivio regalando già una soddisfazione alla Calabria, con il primo posto momentaneo in classifica conquistato dall'intramontabile Loredana Bertè. L'eccentrica cantante di origine reggina ha conquistato il palco dell'Ariston e soprattutto i voti della sala stampa che gli consentono di chiudere con il suo brano "Pazza" davanti a tutti il primo appuntamento con la 74esima edizione del Festival della canzone italiana. 

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A rappresentare musicalmente la Calabria nel corso dell'edizione 2023 di Sanremo, non c'è solo la Bertè, ma la nostra regione può contare anche sul maestro Tarcisio Molinaro, musicista originario di Marano Principato, nel Cosentino che è infatti per la quarta volta tra i componenti dell’Orchestra del festival.


Molinaro è docente di percussioni al Conservatorio "Stanislao Giacomantonio" di Cosenza e, dopo le esperienze sul palco del teatro della città dei fiori nel 2021, 2022 e 2023, per lui ecco il poker nella 74esima edizione della competizione canora. 

«Personalmente per me quello di quest'anno è un festival che rappresenta metaforicamente un "essere in divenire" - dice Molinaro al nostro network -. Ho fatto la prima edizione quattro anni fa in un periodo dove la pandemia ha cambiato la vita di tutti noi, successivamente ho avuto dei gravi problemi di salute che hanno condizionato la mia seconda partecipazione sul palco dell'Ariston, mentre nel 2023, dopo aver superato la malattia, per me è stato il festival della liberazione».

«Sul palco dell'Ariston rappresento me stesso, i miei sacrifici, la mia famiglia e nello stesso tempo Marano Principato e una grande terra come la Calabria - dice -. Sono l'unico musicista calabrese quest'anno nell'orchestra dell'Ariston e per me questo è motivo di grande orgoglio». Per i "colori" calabresi a rendere ancora più bello l'esordio nell'edizione 2024 del festival è, appunto, il primo posto momentaneo di Loredana Bertè: «Lei ha un carisma intramontabile - ci dice Molinaro -. Su quel palco ha una personalità indiscussa e rappresenta davvero quel carattere combattivo che ogni calabrese ha. Loredana deve essere un vanto, un motivo di valore e un esempio di grinta per la nostra meravigliosa terra, a volte bistrattata e dimenticata, ma che dovrebbe invece essere solo valorizzata. Abbiamo veramente tante potenzialità». 

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Dopo la prima serata del Festival, il musicista calabrese ha un personalissimo parere sulle trenta canzoni ascoltate sul palco del teatro Ariston: «La linea di Amadeus è quella della poliedricità, di cercare di includere vari generi e sonorità - ci dice Molinaro -, a parere mio, però, spesso andrebbero messi i puntini sulle i su quello che è il concetto di musica. L'Italia è il Paese della musica d'autore, bene le innovazioni e la tecnologia, però da musicista metterei anche un limite a tutto ciò. Questa tipologia di brani, invece, potrebbe essere forviante per quello che è il mio concetto di musica». 

Nel dettaglio «bene la scrittura cantautorale di Diodato - afferma Molinaro -, così come la carica rock di Loredana Bertè che dimostra ancora tanta personalità. Ottima anche la performance di Angelina Mango», mentre secondo secondo il Maestro Molinaro «Annalisa ha dimostrato di avere una bellissima voce ma il pezzo non è dal mio punto di vista entusiasmante e mi aspettavo di più dalla coppia formata da Renga e Nek». E su quello che potrebbe essere il tormentone dei prossimi mesi il percussionista ha già le idee chiare: «Il brano dei The Kolors ce lo porteremo fino alla prossima estate». Tra le canzoni che Molinaro promuove ci sono quelle «dell'intramontabile Fiorella Mannoia e de I Santi Francesi, così come Gazzelle e Alfa». 

 

Giornalista
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