Polemiche post-voto

Massoneria, c’è l’annuncio del primo ricorso contro il calabrese Seminario: «Ci sono stati annullati 139 voti validi, decisione illegittima»

Contestazioni dalla lista sconfitta nella corsa alla guida del Grande Oriente d’Italia: «Risultato ribaltato dopo 18 ore di maratona caratterizzata dal rifiuto di riconoscere i fondamenti del diritto»

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di Redazione Attualità
11 marzo 2024
13:18

«La Commissione elettorale nazionale, che si è riunita ieri a Roma, ha ribaltato la volontà maggioritaria espressa il 3 marzo 2024, in favore di Leo Taroni e della nostra lista, da 6.482 fratelli maestri del Grande oriente d'Italia. Purtroppo, ci sono stati annullati 139 voti perfettamente validi per la legge statale (ma, incredibilmente, non per la maggioranza dei membri della Cen) ed è stata così dichiarata, per il momento, la prevalenza elettorale della Lista n. 2 capeggiata da Antonio Seminario». L’elezione del primo calabrese di sempre alla guida del Goi inizia fra le polemiche e dovrà superare il ricorso che la lista “Noi insieme” ha annunciato poco dopo l’ufficializzazione dell’esito elettorale.  

«Vi assicuriamo», prosegue una nota firmata dagli esponenti della stessa lista, che «la decisione della Cen è errata e illegittima» e «la decisione della Cen è stata adottata dopo una maratona di oltre 18 ore durante la quale, ci risulta per certo, da parte della maggioranza dei suoi membri è stato opposto un costante rifiuto dogmatico e fideistico a ogni richiesta di altri membri fondata sul diritto interno, sul diritto dello Stato, sul buon senso e sullo spirito fraterno».


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«Le elezioni del 3 marzo 2024 sono state vinte da Leo Taroni e dalla Lista n. 1 con 6.482 voti validi, mentre la lista n. 2 ha ricevuto 6.467 voti validi - osserva la lista “Noi insieme” -. Questo è il risultato che i fratelli maestri del Goi hanno decretato, che deve essere rispettato e fatto definitivamente prevalere». La lista sottolinea che «oggi stesso saranno richiesti al gran maestro e al coordinatore della Cen, per ragioni di giustizia, il verbale della riunione della Cen e i verbali degli Uffici elettorali circoscrizionali» e «avuti i predetti documenti, ricorreremo immediatamente alla corte centrale in sezione elettorale», alla quale «chiederemo di ripristinare la legalità violata, di rispettare la volontà del corpo elettorale e, perciò, di dichiarare la vittoria della Lista n. 1».

«Se obbligati – continuano i rappresentanti di “Noi insieme” – qualora la Corte Centrale in sezione elettorale denegatamente perseveri nella negazione della legalità e del rispetto della volontà del corpo elettorale e, quindi, respinga il nostro ricorso, ci rivolgeremo senza indugio e con ferrea determinazione al giudice territorialmente e funzionalmente competente, in ogni sede e per ciascun profilo giuridicamente rilevante, per ottenere immediata giustizia per noi e per i 6.482 fratelli che ci hanno votato».

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