Infrastrutture

Fondi Ue, per la Calabria 2 miliardi e tanti dubbi su come verranno spesi. Unica certezza: i 300 milioni destinati al Ponte sullo Stretto

Nonostante le richieste dell’opposizione non si sa quali opere verranno finanziate. Pochi chiarimenti arrivati dal confronto con il manager che si occupa della Programmazione unitaria. Sullo sfondo gli inciampi del Por 2014-2020: la spesa è ferma al 70%. Mammoliti chiede una cabina di regia

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di Massimo Clausi
30 gennaio 2024
13:28

Sono 14 i punti all’ordine del giorno del consiglio regionale convocato per domattina alle 12. Fra questi sicuramente il più interessante è il primo, ovvero i criteri alla base della negoziazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc) col Governo. Il fondo infatti prevede che Regioni e Stato centrale individuino insieme le opere da finanziare, il tutto per avere un quadro di investimenti coerente. Per quanto riguarda la Calabria il Cipess ha deliberato una dotazione finanziaria di 2.087.085.353,13 euro. Il problema è capire come verranno spesi questi soldi che debbono essere investiti in infrastrutture strategiche. L’argomento è stato al centro di una recente riunione della commissione Bilancio nel corso della quale è stato audito anche il dirigente del Dipartimento regionale programmazione unitaria, Maurizio Nicolai. Il manager però non ha offerto, nonostante le richieste pressanti dell’opposizione, un quadro chiaro delle opere che saranno finanziate con questi soldi. L’unica cosa certa è che 300 milioni del fondo verranno utilizzati per realizzare le opere a terra del Ponte sullo Stretto. Dalla maggioranza hanno sottolineato come i soldi serviranno a realizzare opere preliminari sul territorio calabrese quindi porteranno un indotto per il nostro territorio. Il presidente della commissione, Montuoro, ha evidenziato che, al netto dei 300 milioni, la Calabria ha avuto assegnate risorse aggiuntive pari ad un miliardo di euro.

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Su come, però, verranno spesi i fondi Nicolai ha fornito solo indicazioni generali o meglio i principi seguiti che sono molto generici. Il direttore ha detto che da una ricognizione effettuata fra tutti i dipartimenti bisogna intervenire in quasi tutti i settori ad eccezione di quelli dell’energia e della ricerca. Per il resto siamo indietro su tanti interventi. Il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti, ha molto insistito sul punto sollecitando la Regione ad avviare anche un confronto con il partenariato sociale, gli imprenditori, l’opposizione per individuare una strategia complessiva efficace.


La spesa del Por 2014-2020 ferma al 70%

Anche perché sul tavolo c’è anche la programmazione Por 2014/2020 che registra una spesa ferma al 70%. Sul punto Nicolai ha assicurato che nessuna risorsa tornerà indietro, ma il problema riguarda i famosi progetti retrospettivi che un tempo si chiamavano progetti sponda. L’Unione europea autorizza infatti il finanziamento di opere, coerenti con il Por, già finanziate con altri strumenti. Il punto però è capire che fine fa il primo finanziamento, quello originario. Secondo Nicolai per quanto riguarda le infrastrutture solo il 19% dei progetti avrà questa caratteristica. Le opposizioni, però, hanno chiesto di istituire una cabina di regia per rendere coerente il flusso di risorse che arriva alla Calabria dal Por, dalla vecchia programmazione rimodulata, dal Pnrr. «Nonostante la grande mole di finanziamenti che ha avuto la Calabria - dice Mammoliti - tutti gli indici macroeconomici della regione restano fermi al palo. Questa è questione che non interroga solo l’attuale amministrazione regionale, visto che è un dato costante nel tempo, ma tutta la classe dirigente calabrese. Per questo chiediamo un maggior coordinamento per capire quelle che sono le reali esigenze del territorio ed evitare di spendere soldi riesumando dai cassetti della Regione vecchi progetti. Serve un cambio di prospettiva, una maggiore visione d’insieme degli investimenti e di come questi andranno ad impattare sull’economia reale della Calabria». Un tema certamente non inedito ma sul quale l’opposizione in consiglio si dice pronta a dare battaglia.

Giornalista
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