L’intervista

Metallo (Confindustria Alberghi): «In Calabria turismo ridotto a poche settimane, bisogna puntare su cultura e radici»

La ricetta del neo consigliere nazionale dell'associazione di categoria per sollevare le sorti di un settore «cambiato radicalmente» dopo il Covid. Tra le criticità sottolineate, le difficoltà di accesso al credito che frenano gli investimenti e le strutture ricettive da ammodernare per stare al passo coi tempi

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di Franco Laratta
4 dicembre 2023
06:15
Uno scorcio di Chianalea e, nel riquadro, Demetrio Metallo
Uno scorcio di Chianalea e, nel riquadro, Demetrio Metallo

Demetrio Metallo, presidente della sezione Turismo di Unindustria Calabria e di Confindustria Cosenza, componente dei rispettivi Consigli generali, nei giorni scorsi è stato eletto nel Consiglio generale nazionale dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, l’associazione di categoria che ha in sé le due componenti della rappresentanza di settore in Confindustria, le strutture indipendenti e le compagnie alberghiere. Si tratta di un importante riconoscimento del lavoro che Metallo svolge da tantissimi anni in questo settore, con passione e impegno.

Ne parliamo con lo stesso Metallo: «Sono molto soddisfatto dell’elezione, che premia la coesione di tutta la squadra di Unindustria Calabria. Il riconoscimento va soprattutto a tutti i direttori territoriali, ai funzionari e ai colleghi della sezione turismo».


Mancava da più di venti anni un rappresentante calabrese in un consesso così importante. Il turismo è un settore strategico per l’economia del Paese. Ma col tempo ha subito profondi cambiamenti. Che seguono i cambiamenti della nostra società.
«Il mondo del turismo rappresenta, attraverso l’indotto che essa è capace di generare, una fetta sostanziale del Pil nazionale. Sta però cambiando più rapidamente di quanto possiamo immaginare il modo di fare turismo e il mondo dell’ospitalità spesso non riesce a tenere il passo con questa continua evoluzione».

Anche in Calabria il turismo è profondamente cambiato. Ma rimane confinato in poche settimane estive, perché durante l’anno le presenze sono troppo limitate.
«La destagionalizzazione della domanda ha rappresentato (e rappresenta), da sempre, un problema importante. La stagionalità si è ridotta, nel corso degli anni, sempre di più, concentrandosi ormai su un periodo di 45 giorni, purtroppo anche nelle zone della nostra regione per antonomasia più blasonate. Il Covid ha cambiato radicalmente gli spostamenti ed i flussi dei turisti. Bisogna puntare su nuovi attrattori e su nuove tipologie di turismo, come ad esempio il “Turismo delle radici”, sul quale sta puntando anche il Governo centrale. La Calabria, in questo senso, ha delle potenzialità enormi. Così come bisognerebbe riportare alla luce l’enorme potenziale culturale e archeologico che abbiamo, spesso ancora nascosto».

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Tanti sono i problemi che frenano l’economia turistica nel Sud: la mancanza di infrastrutture adeguate ad esempio. Ma c’è ben altro.
«Uno dei problemi che ci affligge, è la difficoltà dell’accesso al credito. Il costo del denaro, rispetto al Nord, è almeno di 3 punti percentuali in più. Questo frena gli investimenti nel settore turistico, che invece ha continua necessità di innovarsi. Altro problema annoso, che non riguarda solo la Calabria ma tutto il Paese, è la lentezza della burocrazia che attanaglia le imprese».

C’è anche il problema legato alla modernizzazione delle strutture alberghiere, agli investimenti per la promozione delle nostre bellezze naturali, ai collegamenti, ai servizi troppo spesso insufficienti. C’è davvero tanto da fare.
«Sì davvero, c’è tantissimo da fare. I collegamenti da e verso la Calabria, sono molto cari, con tariffe che durante i periodi di maggiore affluenza, diventano improponibili. La rete stradale e ferroviaria, in alcune zone della regione, è inadeguata. Bisogna riammodernare le strutture alberghiere esistenti, prima di pensare a nuovi posti letto, quando la percentuale di occupabilità annuale dei posti letto che abbiamo, non supera il 60/70%».

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Sarebbe anche necessario investire all’estero. Perché la Calabria ha un potenziale di centina di migliaia di emigrati calabresi che hanno interesse a fare le vacanze nei paesi di origine.
«A tal proposito ho risposto già prima, parlando del turismo delle radici».

C’è anche bisogno di certezze sulla raccolta dei rifiuti, sui depuratori, sul mare pulito, sull’abusivismo. Diversamente la Calabria soffrirà sempre di più.
«Anche questo rappresenta un problema importante. Molti comuni calabresi hanno difficoltà a smaltire i rifiuti, hanno carenza idrica, soffrono di un sistema di depurazione spesso inadeguato. Bisogna investire di più ed in questo la Regione sta facendo già tantissimo, ma occorre sensibilizzare i sindaci».

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