Scenari di mercato

Vendite al dettaglio di vini, cambiano i gusti dei consumatori: i bianchi hanno quasi raggiunto i rossi. Quelli da tavola richiesti come i Dop

Alta la quota di mercato garantita dai discount, leader per gli Igt. L’e-commerce viaggia attorno all’1%. I rosati sono quasi una nicchia. Supermercati comparto primario per Dop e comuni 

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di Massimo Tigani Sava
26 gennaio 2024
18:42

Il mercato retail, tra iper e supermercati, discount, e-commerce e liberi servizi, è quello che fotografa in maniera più chiara il rapporto tra le proposte del mondo enologico e i consumatori. Quali sono, in quest’ambito, i principali canali di vendita per vini rossi, rosati e bianchi? E per i vini Doc e Docg (oggi detti Dop)?. E quanti e quali tipologie di vino si riesce a veicolare attraverso l’e-commerce figlio della globalizzazione? Come già avvenuto nel caso di spumanti e champagne, daremo queste risposte rielaborando i dati che emergono da fonti autorevoli. Riferimento preponderante delle nostre analisi è la XIV edizione dell’Annuario statistico del Corriere Vinicolo, realizzata in partnership con l’Osservatorio del Vino Uiv (Unione Italiana Vini) e in collaborazione con l’Ais (Associazione Italiana Sommelier). Nella fattispecie, il Corriere Vinicolo ha precisato che la sintesi proposta sulle vendite del vino ha tenuto conto, quale fonte, di dati NielsenIQ-Ismea.

In Italia, nel periodo gennaio-settembre 2023, le vendite al dettaglio dei vini (tra iper e supermercati, discount, e-commerce e liberi servizi) ha registrato le seguenti performance: smerciati 539 milioni di litri circa di tutte le possibili tipologie di vino (fermi, frizzanti, bollicine…), di cui 473 mln di litri di soli vini fermi e frizzanti (l’87,79% del totale), e 65,8 milioni di litri di spumanti (champagne compresi). In questa puntata cercheremo di capire come si è suddiviso questo fondamentale 87,79% del mercato retail. I rossi, un tempo privilegiati, sono quasi stati raggiunti dai bianchi: 231,26 mln di litri (48,89% del totale) contro 210,69 mln (44,54%). Nettamente distanziati i rosati: 28,64 mln di litri (6,06%). I consumatori, pertanto, si muovono di anno in anno verso un maggiore assorbimento di vini bianchi. Nel periodo preso in considerazione l’intero mercato retail dei vini fermi ha segnato una frenata del 3,9%, maggiormente accentuata per i rossi (-4,8%) e più debole per i bianchi (-3,0%). Sempre nell’ambito di questa preponderante quota complessiva di 473 mln di litri, nel retail prevalgono i vini comuni (i cosiddetti vini da tavola, anche varietali, ma che non possono fregiarsi di un marchio IG): 173,81 mln di litri (36,74%). Quasi identica la percentuale assorbita dai vini Doc e Docg: 172,97 mln di litri (36,57%). I vini Igt si sono posizionati, invece, al livello di 126,24 mln di litri (26,69%). Anche i vini Doc e Docg hanno subito un calo di vendite rispetto al 2022, pari al 4,1%; i vini comuni sono arretrati del 4,0% e quelli Igt del 3,7%.


Cerchiamo di capire, ora, come si sono mossi i vini fermi italiani nei diversi comparti della vendita al dettaglio, sempre nei primi nove mesi del 2023. I rossi si sono venduti in prevalenza nei supermercati (80,33 mln di litri, pari al 34,74% del totale); ottima la performance dei discount (78,00 mln di litri; 33,73%); a seguire gli iper (48,09 mln di litri; 20,79%), i liberi servizi (24,84 mln di litri; 10,74%), l’e-commerce (1,77 mln di litri; 0,77%). Anche per i bianchi sono stati i supermercati il primo mercato retail: 82,52 mln di litri, pari al 39,17% del totale. E sempre per i bianchi si è confermato il ruolo significativo dei discount: 62,93 mln di litri, pari al 29,87%, che ha superato di molto la quota garantita dagli iper (39,52 mln di litri; 18,76%). Stessa sorte per i rosati, per i quali sono stati i supermercati il riferimento principale delle vendite al dettaglio: 10,48 mln di litri, corrispondenti al 36,58% del volume complessivo. E ancora una volta i discount hanno conquistato il secondo gradino del podio: 9,97 mln di litri, che significano il 34,81% del totale. Per i rosati gli Iper hanno dato come riscontro 4,65 mln di litri (16,25%). Tutti valori negativi, tra rossi, bianchi e rosati, in ognuno dei comparti del retail, con cali percentuali rispetto al 2022 compresi tra il -13,7% dei rossi nell’e-commerce, e il -10,5% dei rosati nei liberi servizi. Unico segno positivo, il +1,8% dei rosati nei discount.

Guardiamo ora alle tipologie Doc-Docg, Igt e vini comuni (detti anche da tavola). I vini a denominazione di origine protetta hanno trovato nei supermercati il maggiore apprezzamento dei consumatori: 62,90 mln di litri, e quindi il 36,36% del volume retail complessivo; nei discount 52,03 mln di litri, 30,08%. Ecco quindi che il 66,44% dei vini Dop sono stati assorbiti da supermercati e discount. Gli Iper hanno coperto la quota pur consistente di 43,56 mln di litri, 25,18%. Aggiungendo gli iper a super e discount, si arriva al 91,62%. Nei liberi servizi e nell’e-commerce il restante 8,38%. Anche il vino comune ha avuto il proprio trionfo di vendite nei supermercati: 67,51 mln di litri (38,84%): A seguire i discount (51,62 mln di litri; 29,70%), e gli iper (25,81 mln di litri; 14,85%). Gli Igt, invece, hanno ottenuto il risultato migliore nei discount: 47,91 mln di litri (37,95%). Al secondo posto i supermercati (43,83 mln di litri; 34,72%); al terzo gli iper (23,52 mln di litri; 18,63%).

Il più consistente calo di vendite dei vini comuni si è avuto, rispetto ai primi nove mesi del 2022, nei supermercati (-5,6%) e poi nell’e-commerce (-5,3%). Per gli Igt la flessione maggiore è stata registrata, invece, nei discount (-4,4%) e poi nei liberi servizi (-4,2%). Per i Dop nell’e-commerce (-14,6%) e nei discount (-6,8%). Spiccano il -16,2% dei rosati Dop nei liberi servizi; il -15,9% dei rossi Dop nell’e-commerce; il -13,5% dei bianchi Dop nell’e-commerce; il -13,2% dei rosati Igt nei liberi servizi; il -10,9% dei rossi Igt nell’e-commerce; il -12,8% dei rosati comuni nell’e-commerce; il -11,3% dei rosati comuni negli iper; il -8,9% dei rosati comuni nei super; il -8,7% dei rossi comuni nell’e-commerce. Pochi i risultati in crescita: +9,7% dei rossi Dop nell’e-commerce; +9,1% dei bianchi Igt nell’e-commerce; +7,8% dei rosati Dop negli iper; +4,0% dei rosati comuni nei discount.

Nella prima puntata ci siamo soffermati sui numeri nazionali e internazionali del vino, tra produzione e consumi, ricordando come nel 2022 l’Italia sia risultato il primo produttore al mondo con 49,84 milioni di ettolitri, seguita da Francia (44,35 mln) e Spagna (28,50 mln).  Questi tre Paesi che si affacciano sul Mediterraneo (Francia e Spagna hanno anche una sponda atlantica) sono i leader incontrastati nell’economia di Bacco, tallonati, anche se ancora a notevole distanza, da Stati Uniti, Australia, Cile, Argentina, Sudafrica, Germania e Portogallo.  Relativamente ai consumi, fatta base 100, il 75% è dato dai vini fermi e il 10% da spumanti e Champagne.  Negli utili venti anni, dal 2003, è stata forte la crescita dei consumi di bollicine, vini rosati e bianchi, mentre è rimasta stabile, anche se ancora prevalente, quella dei rossi.  La seconda puntata, invece, ha focalizzato l’attenzione sull’import ed export mondiale.  Gli Usa si confermano i maggiori importatori di spumanti e vini imbottigliati, seguiti dal Regno Unito.  Per i vini sfusi la testa della classificata è occupata dalla Germania.  Per l’export di spumanti in testa l’Italia, seguita da Francia e Spagna.  Ancora al primo posto il Belpaese per quanto concerne l’export di vini imbottigliati, tallonata ancora una volta da Francia e Spagna.  L’export di vino sfuso, invece, nel 2022 ha consegnato la medaglia d’oro alla Spagna, con alle spalle Australia e Italia.  Quale la situazione produttiva in Italia?  È stato il tema della terza puntata. Il Belpaese punta molto sui vini Dop: nel 2002 hanno raggiunto il 48% della produzione totale.  La regione leader per quantità assolute è il Veneto, seguito dalla Puglia e dall’Emilia Romagna Per superfici vitate, Spagna e Francia sono in testa alla classifica Ue e l’Italia è terza, con in vetta il Veneto e poi la Sicilia e la Puglia.  La Provincia autonoma di Bolzano e il Piemonte scommettono tutto sulle Denominazioni di origine protetta, con percentuali altissime sulla produzione complessiva regionale di vini.  Le realtà del Sud a maggiore vocazione vitivinicola sono Puglia, Sicilia e Abruzzo.  Calabria fanalino di coda, contribuendo con lo 0,23% al volume di Dop nazionale.  Nella quarta puntata abbiamo iniziato a indagare il tema dell’export del vino italiano che nel 2022 ha raggiunto la cifra, in valore, di 7,79 miliardi di euro.  Il prezzo medio al litro, pari a 3,39 euro, è nettamente inferiore rispetto a quello dei temibili concorrenti francesi che è attestato a 8,8 euro.  Da questa considerazione è nata la domanda: cosa fare nel futuro?  Puntare sulle quantità o sulla massima qualità, nonché sul marketing, per spuntare prezzi più remunerativi sui mercati internazionali?  Si è fatto poi riferimento alla crescita continua dal 2010 per le esportazioni vinicole del Belpaese: +8,69% sul 2021.  E quindi si è giunti all’interessante comparto dei frizzanti, un mondo tutto da scoprire, che pesano l’8% in volume di tutto il vino esportato Made in Italy: Germania, Usa e Messico i mercati di riferimento primari.  Nella quinta puntata, rimanendo al tema fondamentale dell’export nazionale di vini, si è parlato del “boom” delle bollicine: il veneto Prosecco leader assoluto e quote importanti per il piemontese Asti.

Mercato primario di sbocco gli Usa, con il 25% del totale in valore. Alle spalle il Regno Unito con il 19%, e poi Germania (7%), Francia (5%), Russia (4%). Segnalate le differenze fra spumanti Made in Italy e Champagne francese. La sesta puntata si è concentrata sui vini fermi Dop il cui export è raddoppiato in dodici anni: Usa, Germania e Regno Unito i principali mercati.  Una crescita, quella in valore, quasi ininterrotta dal 2010 al 2022. Decresciuti, invece, i volumi. Incremento del 6,30% sul 2021. Spazio di analisi anche per il vino sfuso che ha registrato una contrazione delle esportazioni negli ultimi anni: sono i tedeschi i maggiori importatori (59% circa) e i francesi (10%). La settima puntata ha iniziato a occuparsi di vendite del vino, bollicine comprese, in Italia.  Ne sono emersi dati molto interessanti soprattutto per le aziende produttrici: il 58% del vino venduto al dettaglio in Italia usa come canali gli Iper e i Supermercati. L’e-commerce, invece, vale soltanto lo 0,9% del totale retail. Nel 2023 (periodo gennaio-settembre 2023) è stato registrato un calo generalizzato del 3,4%, rispetto al 2022. Soltanto le bollicine sono risultate in leggero aumento: +0,6%. Valutata l’importanza strategica dei “numeri” per il marketing delle aziende.  La quantità maggiore in volume di vini fermi si è venduta nei Super (36,84%), e a seguire nei Discount (32,04%) e negli Iper (19,64%). Per quanto riguarda le bollicine, invece, la vendita più alta in volume si è avuta nei Super (37,82%), per poi passare a Iper (30,43%) e Discount (24,10%). L’ottava puntata si è soffermato sul mercato al dettaglio delle bollicine, tra spumanti e champagne. Numero e percentuali dicono che tra spumanti e grande distribuzione esiste ormai un rapporto decisivo, in iper e supermercati si vende infatti oltre il 70% di Prosecco. La percentuale sale all’84% per le bollicine prodotte con metodo champenoise. L’E-commerce, nuova frontiera della distribuzione mondiale di merci, rappresenta solo l’1,42% delle vendite al dettaglio. Buone performance per i discount. Champagne: 423. 514 litri in totale venduti nel mondo retail e nel periodo preso in considerazione (gennaio-settembre 2023), con il migliore riscontro nei Supermercati (198mila litri).

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