Grande giorno

Chi rientra dal Nord e chi segue i lupi dal ’63, tifosi rossoblù pronti per il derby: «Il Cosenza è una fede»

Il grande amore per la propria squadra da parte di un'intera provincia pronta a spingere i propri beniamini nella sfida contro il Catanzaro. Storie e racconti di un legame indissolubile che va oltre la passione calcistica

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di Francesco Oliverio  e Francesco Spina
3 marzo 2024
09:40

L’alba colora di rosso la città di Bernardino Telesio, il giorno della “partita delle partite” tra Cosenza e Catanzaro è arrivato. L’odore della macchinetta del caffè dà lo start a una giornata che il popolo rossoblù attende dalla stesura del calendario dello scorso agosto (inizialmente il 2 marzo, poi spostata alla data odierna). Una giornata da vivere fino in fondo. In città il fermento mattutino ricorda quello di un normale giorno settimanale, ma basta scorgere gli sguardi e ci si rende subito conto che non è così. Il termometro dell’adrenalina segna già livelli molti alti.

È arrivata la “Santa Domenica del Pallone” a confermare il fil rouge tra la tifoseria e la squadra. La folle corsa al biglietto, ripresa stamattina per i restanti 1187 tagliandi della Tribuna B Rao (riaperta ieri dopo l’ok della commissione vigilanza), con il Marulla che fra qualche ora si presenterà con l’abito della festa a dimostrare il grande amore. Il derby con il Catanzaro è però l’unione di storie personali accomunate dal Cosenza e da un amore sconfinato verso i colori rossoblù dell’intera provincia


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Il grande amore della provincia

È la storia di Salvatore, residente a Bologna da anni, che decide di organizzare un weekend in rossoblù. Due giorni e mezzo per sostenere i colori della propria squadra tra ore di viaggio, un caloroso passaggio a casa a San Giovanni in Fiore, tra i monti della Sila, e una domenica di grande passione, con gli amici di sempre, da dedicare a Tutino e compagni. Proprio come fa spesso per trasferte al Nord: «Ma a casa tua è tutto diverso!»

Francesco e Gioacchino, padre e figlio insieme per il Cosenza

«Di padre in figlio», è la storia di Francesco e Gioacchino che seguono la squadra in giro per gli stadi d’Italia con la maglia numero 8 di Denis Bergamini. Abbonati in Curva Nord, sono lì sotto la pioggia e sotto il sole cocente a sostenere la propria squadra. Francesco ha preparato già i panini, sciarpe al collo e giù in macchina da San Giovanni in Fiore su un'assolata Statale 107. Direzione Stadio Marulla, direzione amore. «Seguire il Cosenza con mio figlio è un sogno che si realizza. Portare in giro per l’Italia la maglia di Denis è chiedere finalmente giustizia. Oggi sarà durissima ma sarà ancora più bello far parte della grande famiglia rossoblù».

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Pasquale da Acri: «Il Cosenza è una fede»

Tra i tifosi “di provincia” che seguono il Cosenza c’è Pasquale Fusaro, 38enne di Acri con i colori rossoblù nel cuore. Da anni Pasquale è ormai un habitué del Marulla e, a prescindere dalla categoria, il ragazzo acrese è sempre presente sugli spalti per fare il tifo per i Lupi. «Il Cosenza è una fede – ci dice senza troppi giri di parole Pasquale -. Ogni sabato insieme a mio padre parto da Acri per raggiungere lo stadio Marulla e dare il supporto a una squadra che rappresenta non solo la città di Cosenza ma l’intera provincia. In tribuna A ho conosciuto tanti amici, tra questi Luca Iaconetti e Luigi Principato che voglio ringraziare perché condividono con me questa grande passione». 

Pasquale, che prima di ogni match si reca anche a «salutare i ragazzi del gruppo “Anni80”», negli anni si è reso anche protagonista di appelli indirizzati alla società rossoblù e al Comune di Cosenza, tesi a migliorare le condizioni dei diversamente abili, e in più di un’occasione è riuscito a trovare le giuste risposte. «Il Cosenza in A? Sarebbe un sogno che si realizza», ci dice il ragazzo di Acri che sulla pelle ha anche più di un tatuaggio dedicato alla sua squadra del cuore, tra questi una “B” sul braccio, tatuata nel 2018 dopo la promozione conquistata a Pescara contro il Siena. 

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Il ricordo di Giuseppe Reale

È di Acri anche Ermanno Reale. Una vita sui gradoni con la passione per i Cosenza: «La prima partita dei lupi l’ho vista nella stagione 1963/1964 – ci dice -, all’epoca non si giocava neanche al San Vito ma allo stadio “Morrone”». Ricordi indelebili di una passione, che adesso Ermanno continua a portare avanti anche nel segno del figlio Giuseppe, grande appassionato dei colori rossoblù scomparso prematuramente nel 2014 a soli 24 anni. 

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Giuseppe era sempre presente alle partite del Cosenza al San Vito e spesso seguiva la squadra in trasferta. «Pochi sanno cosa significhi tifare e sostenere in ogni momento una squadra di calcio. La passione per il Cosenza ci ha uniti da quando eravamo bambini. Il rosso ed il blu sono i colori che ci accomunano, il lupo è il nostro animale preferito ed il Cosenza in serie A il nostro sogno», con queste parole gli amici vollero ricordare Giuseppe il giorno della sua scomparsa. A seguito di quel tragico evento nacque l’Associazione “Giuseppe Reale nel cuore”, che dal 2014 è impegnata nel sociale con svariate iniziative. E sugli spalti del Marulla, e non solo, spesso campeggia uno stendardo sul quale è stampato il volto stilizzato di Giuseppe.

Storie e spaccati di vita che si uniranno su via degli Stadi tra bandiere sventolanti e l’odore acre dei fumogeni. Manca ancora qualche ora al fischio d’inizio di Michael Fabbri ma il popolo rossoblù è già in cammino da ogni angolo della provincia: direzione Stadio Marulla. 

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